Apple ha deciso di anticipare di un giorno l’evento di lancio degli iPhone 16 per due motivi. Il primo è politico, in quanto domani andrà in onda il dibattito televisivo tra Donald Trump e Kamala Harris. Il secondo interessa invece direttamente l’azienda di Cupertino. Il 10 settembre è prevista la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea sul caso che riguarda le tasse non pagate in Irlanda.
Apple dovrà pagare oltre 20 miliardi di euro?
Tutto nasce dall’indagine avviata nel 2014 dalla Commissione europea. Apple avrebbe ricevuto aiuti di Stato illegali dall’Irlanda attraverso una riduzione delle tasse. Circa due anni dopo (agosto 2016), la Commissione ha stabilito che il governo irlandese ha concesso all’azienda di Cupertino agevolazioni fiscali non consentite a partire dal 1991.
Grazie a due accordi (tax ruling), l’aliquota dell’imposta sulle società è diminuita fino allo 0,005% nel 2014. In pratica, Apple ha eluso le tasse sulla quasi totalità degli utili generati dalle vendite dei suoi prodotti in Europa, in quanto ha registrato tutte le vendite in Irlanda, invece che nei paesi in cui sono stati effettivamente venduti. La Commissione europea aveva pertanto chiesto all’Irlanda di recuperare le imposte non versate dal 2003 al 2014 per un totale di 13 miliardi di euro più interessi. In base alle stime, la somma dovrebbe superare i 20 miliardi di euro.
Ad ottobre 2017, la Commissione ha deferito l’Irlanda alla Corte di Giustizia dell’Unione europea per non aver recuperato le tasse non pagate entro la scadenza prevista (gennaio 2017). Sia Apple che il governo irlandese avevano presentato ricorso al Tribunale dell’Unione europea a fine 2016, ottenendo una temporanea vittoria il 15 luglio 2020. Nel frattempo, l’Irlanda aveva riscosso 14,3 miliardi di euro da Apple (versati in un deposito come garanzia).
La Commissione aveva presentato appello alla Corte di Giustizia dell’Unione europea (CGUE) a fine settembre 2020. All’inizio di novembre 2023, l’avvocato generale Giovanni Pitruzzella ha suggerito alla CGUE di annullare la sentenza di primo grado.
Anche se i suggerimenti degli avvocati generali non sono vincolanti, quasi sempre vengono seguiti dai giudici. Domani arriverà la sentenza definitiva. Potrebbe essere l’ultima vittoria per Margrethe Vestager (commissario per la concorrenza), in quanto il suo incarico non verrà rinnovato.