Quasi in concomitanza con lo sbarco in Italia di Apple Pay, Cupertino si ritrova ad aver a che fare con accuse di violazione di proprietà intellettuale legata alla tecnologia alla base del suo funzionamento .
Il servizio , che è arrivato sul mercato italiano la settimana scorsa anche se al momento con l’integrazione di poche banche e carte di redito (e con solo Unicredit tra i grandi istituti), è il metodo di pagamento mobile messo a disposizione da Apple tramite app e conferma con Touch ID.
A denunciare Apple e il suo partner Visa è una piccola startup con base a Boston specializzata in crittografia, Universal Secure Registry , che ha presentato la sua denuncia presso la Corte distrettuale del Delaware.
Secondo l’accusa il suo CEO Kenneth P. Weiss, inventore tra l’altro della tecnologia crittografica RSA SecurID , avrebbe ottenuto 13 brevetti relativi a sistemi di autenticazione biometrici per smartphone, basati su impronte digiali e token usa e getta per condurre transazioni finanziarie.
Secondo quanto si legge nella denuncia , Weiss avrebbe anche incontrato nel 2010 dirigenti di Visa per parlare di una possibile collaborazione proprio sul fronte di tale tecnologia: in quell’occasione era stato firmato un accordo di riservatezza per consentire a Visa l’accesso alla tecnologia di Universal Secure Registry . Tutto questo non aveva tuttavia portato alla formalizzazione di un rapporto e da allora Weiss aveva contattato anche Apple per cercare di offrire la sua tecnologia in licenza (non ricevendo mai risposta). Tre anni dopo, Visa ha iniziato a lavorare con Cupertino, arrivando a far esordire Apple Pay nel 2014.
Apple e Visa non hanno al momento commentato l’accusa, che afferma di voler trovare un accordo, ma di aver agito innanzitutto con la denuncia su suggerimento dei propri legali. Il caso di specie, visto il curriculum e quanto affermato da Weiss, si discosterebbe in ogni caso dalle temerarie denunce avanzate dai cosiddetti patent troll , le cosiddette entità non praticanti che fanno della ricerca di roylaty a seguito di denunce presentate a tappeto sulla base del proprio portafoglio brevettuale il proprio business.
Claudio Tamburrino