In palio ci sarebbe la leadership nel succulento mercato dell’ advertising mobile . Un settore in continua crescita, che entro il 2013 potrebbe raggiungere valori imponenti, fino a 1,56 miliardi di dollari . Apple avrebbe dunque dato ufficialmente il via alla battaglia contro Google, innanzitutto sfruttando le abitudini d’acquisto dei suoi milioni di utenti.
Per la precisione, dei circa 150 milioni di utenti che quotidianamente scaricano musica, film e software con la mediazione di iTunes. Una vera e propria miniera d’oro d’informazioni, tutte rivendibili ai vari inserzionisti che hanno cominciato ad affollare la piattaforma pubblicitaria di Cupertino, iAd.
Aziende come Nissan, Unilever e Best Buy, alla ricerca di dati concreti sulle abitudini di consumo online degli utenti della Mela . Informazioni d’oro, che servono successivamente agli inserzionisti per confezionare messaggi su misura per individui suddivisi in vari profili. E proprio su questi profili pare fare affidamento Apple, almeno secondo recenti dichiarazioni apparse online .
“Apple sa quello che avete scaricato – ha spiegato Rachel Pasqua, che si occupa del mercato mobile nell’azienda statunitense di marketing iCrossing – e sa quanto tempo passate ad interagire con le sue applicazioni. Sa persino cosa non vi è piaciuto e che quindi avete eliminato”.
Una conoscenza che, sempre secondo Pasqua, dovrà garantire alla Mela un forte vantaggio competitivo, data l’attuale forza di Google nell’ advertising cucito su misura a partire dalle abitudini di navigazione degli utenti. L’obiettivo di Apple sarebbe dunque sfruttare i suoi 150 milioni di utenti iTunes per piazzarsi con forza nel settore dell’entertainment e della fruizione di contenuti e servizi a mezzo app.
Applicazioni che la Mela ha cominciato ad infarcire di pubblicità, dando agli inserzionisti la possibilità di scegliere tra vari panieri, alla ricerca di quelle più adatte per i propri target. Un’operazione dalla precisione chirurgica, nella quale tuttavia Cupertino sarebbe più che attenta a non condividere informazioni di natura privata sui suoi utenti iTunes.
Mauro Vecchio