La faccenda è stata presa molto sul serio, da Apple, che ha fatto i conti con lo stato delle sue procedure di sicurezza e messo una toppa: in futuro sarà molto più difficile che quanto capitato alle foto di Jennifer Lawrence e di altre attrici e modelle possa ricapitare, visto che ora iCloud prevede un’autenticazione doppia ( two factor ) anche per la gestione dei backup del dispositivo . E non è l’unica novità introdotta con questo aggiornamento.
Complice l’imminente rilascio di iOS 8, che amplierà le capacità di iCloud trasformandolo in un vero e proprio cloud storage, Apple ha colto l’occasione per fare ordine e razionalizzare la sicurezza della piattaforma: se prima l’autenticazione a doppio fattore proteggeva unicamente le funzioni associate all’Apple ID, ora la sicurezza è stata estesa anche ai contenuti e alle app iCloud. Inoltre , sulla falsa riga di quanto già fa Google, Apple da ottobre inizierà a rilasciare password “usa-e-getta” specifiche per qualsiasi applicazione abbia bisogno di accedere ai dati iCloud (per esempio Outlook impiegato per scaricare le email dai server di Cupertino), di fatto irrobustendo e compartimentando la gestione delle informazioni, così che la violazione di una singola applicazione non comporti automaticamente una porta spalancata ai malintenzionati.
La mossa di Apple va letta sotto una duplice veste: innanzi tutto va garantito ai clienti attuali delle applicazioni attuali che quanto successo, che sia stata o meno responsabilità di Apple, non possa ricapitare; proteggere i dati custoditi su iCloud con un sistema a doppio livello di autenticazione, e prevedere una procedura specifica per app terze, complicherà un po’ la vita degli utenti ma dovrebbe assicurare maggiore tranquillità. Inoltre, Apple ha bisogno di migliorare la sua reputazione per quanto riguarda il giudizio dell’opinione pubblica sul suo operato: PayPal ha già iniziato a rimestare col dito nella piaga , segnalando che Cupertino deve fare i conti con una ingente fuga di dati proprio mentre si accinge a lanciare un prodotto che si farà carico di gestire denaro e carte di credito, e la Mela non può assolutamente permettersi che questa normale dialettica tra concorrenti penalizzi il suo Apple Pay.
A ribadire la serietà con cui Apple affronta la questione, in queste ore è stato chiarito che la tecnologia NFC integrata nel nuovo iPhone 6, e funzionale ai pagamenti, non sarà inizialmente disponibile per l’utilizzo da parte degli sviluppatori di terze parti (così come era già capitato con TouchID su iPhone 5S): Cupertino pare convinta che in questo modo ci saranno maggiori garanzie per i clienti, assieme ad altre misure prese a corredo come la decisione di tenere conservate solo sul telefono le informazioni sui dati della carta di credito, senza sincronizzarle con un server remoto. Questo dovrebbe bastare a rassicurare i potenziali utenti di Apple Pay che il servizio è sicuro e affidabile : se davvero la vicenda delle foto rubate da iCloud non inciderà sulla percezione di Apple come azienda capace di preservare i dati sensibili dei clienti, comunque, lo si scoprirà nelle prossime settimane e mesi.
Luca Annunziata