Roma – Dopo un paio di mesi di assoluta calma, Apple ha presentato nel giro di pochi giorni una serie di novità. In questo spazio cercheremo di puntualizzare l’attuale strategia di Apple alla luce degli eventi che hanno caratterizzato queste ultime settimane.
Per capire meglio quello di cui andremo a parlare, è sicuramente utile analizzare i risultati fiscali presentati il 14 aprile. Apple ha dimostrato di essere una società in splendida forma, con vendite e fatturato in crescita, e utili azionari triplicati. Scendendo nei dettagli, nel primo trimestre del 2004 Apple ha incrementato del 5% le vendite di computer di oltre il 900% (ovvero dieci volte tanto) le vendite di iPod.
L’enorme successo dell’iPod è contestuale al lancio dell’iPod-mini in America, da cui è derivata la necessità di ritardare il lancio europeo a luglio: secondo le previsioni iniziali, infatti, in questi giorni gli iPod-mini avrebbero dovuto essere in vendita anche da noi, ma la forte richiesta americana ha fatto sì che non ci fossero unità sufficienti per il lancio nel vecchio continente.
Il successo dell’iPod giustifica anche il controverso rifiuto di Steve Jobs nella realizzazione di un possibile accordo con RealNetworks (e un’ipotetica alleanza contro Microsoft), la quale ha anche chiesto ad Apple di aprire i propri formati di musica protetti. Molti hanno visto in questa chiusura lo stesso tipo di atteggiamento che, vent’anni fa, ha relegato il Macintosh in una piccola nicchia di mercato favorendo il diffondersi del PC IBM. In realtà la situazione non è proprio la medesima. Apple in questo momento è già leader nella vendita di musica on-line grazie all’iTunes Music Store, quindi non ha bisogno di stringere alleanze per conquistare un ruolo che è già suo. In ogni caso quella della vendita di musica in rete è un’attività che, quando va bene, consente di chiudere in pareggio: Apple usa il suo negozio di musica come trampolino di lancio per la vendita di iPod. Sviluppare il supporto per altri formati protetti significherebbe investire soldi per un’attività non redditizia, e supportare qualcuno che di fatto rappresenta un concorrente per l’iTunes Music Store.
Ovviamente nel mondo dell’informatica ci sono panorami che cambiano molto velocemente, e non è detto che nel giro di un paio d’anni i ruoli potrebbero essere talmente diversi da auspicare una serie di accordi simili a questo. Quello su cui non ci sono dubbi è il successo attuale dell’iPod, un successo testimoniato anche dalle centinaia di accessori sviluppati da diverse case: dai più utili, che aggiungono reali funzionalità ai lettori Apple, a quelli la cui utilità è quantomeno discutibile (come i porta-iPod griffati ).
Tornando all’analisi dei risultati fiscali, se scendiamo ulteriormente nei dettagli possiamo osservare chiaramente quella che è stata la tendenza degli ultimi due anni: l’iBook ha fatto segnare un incremento del 50% nelle vendite rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e ha venduto qualcosa in più anche rispetto all’ultimo trimestre del 2003 (trimestre notoriamente buono per le macchine consumer vista la coincidenza con il periodo natalizio). Non c’è dubbio che questo successo dell’iBook sia dovuto all’implementazione del G4 anche nel piccolo portatile di Apple, un successo che va a scapito dei fratelli maggiori, visto che le vendite dei PowerBook hanno subito un calo del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
I PowerBook rappresentano ancora la seconda fonte di guadagno per Apple Computer, e l’attenzione al settore dei portatili è totale, come dimostrato dal completo rinnovo della linea avvenuto all’inizio della scorsa settimana. PowerBook sempre più veloci, iBook sempre più completi (ora è possibile ordinare il SuperDrive anche sugli iBook), e tagli dei prezzi. I portatili sono i prodotti di Apple con il miglior rapporto prezzo/prestazione, e la prova di quest’affermazione sta anche nel fatto che è molto facile trovare appassionati di Linux che preferiscono acquistare un portatile Apple rispetto a macchine x86, che a parità di configurazione possono essere meno economiche e a parità di spesa rivelano spesso delle carenze in prestazioni o dotazioni.
Caso a parte quello rappresentato dalle macchine desktop: l’iMac resta sempre la macchina più venduta, ma rispetto allo scorso anno il calo è abbastanza sensibile (-15%), segno che sarebbe ora di rinnovare in maniera abbastanza decisa l’intera linea. Il solo aggiornamento di macchine desktop è stato invece quello che ha interessato gli eMac : un aggiornamento che tutto sommato era più che dovuto, e che finalmente ha riportato le macchine educational sui livelli che competono a questo tipo di computer.
Le uniche linee tagliate fuori dall’ultima ondata di rinnovi sono quindi gli iMac e i PowerMac, rispettivamente le macchine più vendute e quelle che assicurano i maggiori proventi in termini di fatturato. Del calo di vendite degli iMac abbiamo già parlato, mentre per quanto riguarda i PowerMac il raffronto rispetto al 2003 registra un discreto +12%, sebbene ci sia stato un calo fisiologico rispetto alle unità vendute nel trimestre precedente.
Era di certo impensabile un rinnovo completo di tutti i prodotti, e le ragioni che hanno privilegiato l’aggiornamento di portatili ed eMac sono evidenti: i primi rappresentano un settore in continua e forte espansione; i secondi erano ormai costituiti da modelli troppo obsoleti. Per l’aggiornamento dei PowerMac sarà probabilmente necessario attendere l’arrivo dei nuovi G5, un evento che potrebbe accompagnarsi alla transizione verso le CPU a 64 bit anche degli iMac.
Qualche delusione tra chi si aspettava che anche i PowerBook potessero montare già da ora i nuovi processori G5 da 0,09 micron, ma la produzione di questi processori non è ancora a pieno regime, e probabilmente non ci sarebbero state sufficienti unità per soddisfare la richiesta.
Il settore professionale degli utenti Apple non è comunque rimasto a bocca asciutta: durante la conferenza del National Association of Broadcasters (NAB) sono state infatti presentate grosse novità software che confermano ancora una volta la leadership di Apple nel settore del video professionale.
Final Cut Pro HD (High Definition) consente di gestire in tempo reale il formato DVCPRO HD in maniera nativa, senza alcuna ricompressione; inoltre, grazie alla potenza del G5, viene garantito il playback fino a quattro stream di video nel formato ad alta risoluzione o fino a dieci stream in qualità di anteprima se si ha a disposizione un sistema con Xserve RAID.
Nuova versione anche del pluripremiato Shake, che aggiunge nuove funzionalità di morphing ?shape-based? e di deformazione per il compositing avanzato nonché nuovi effetti speciali di ?shape shifting? che si integrano alla perfezione con il supporto ad alta definizione del nuovo nuovo Final Cut HD.
Novità anche sul fronte dell’authoring professionale di DVD, con DVD studio Pro che tra le altre novità offre delle transizioni alpha, transizioni che l’utente può creare anche a partire da After Effect o dal nuovo strumento rivoluzionario strumento creato da Apple: Motion.
Motion rappresenta una novità senza precedenti che ridefinisce la ?motion graphics? dando agli artisti la libertà di creare in modo veloce e intutivo l?animazione interattiva del testo, grafica e video, con tanto di anteprima istantanea di filtri multipli ed effetti particellari. La semplicità di utilizzo è caratterizzata dall’introduzione dei ?behavior? che permettono di aggiungere, senza complessi keyframe, movimenti naturali come la gravità e il vento, a testi, grafica e quant’altro. Ovviamente anche in questo caso è assicurata la completa integrazione con le altre applicazioni professionali, Final Cut Pro HD in primis.
A completare le novità del settore, Apple ha annunciato Xsan, un file system Storage Area Network (SAN) ad alte prestazioni, al prezzo più aggressivo che è possibile trovare sul mercato. Oltre a rappresentare una soluzione ideale per il workflow del video professionale ad elevate esigenze, Xsan è un’ottima soluzione per il mercato aziendale, quello educational e il computing ad alte prestazioni, anche perché si tratta di un sistema che può essere utilizzato senza problemi in ambienti misti dove convivono Windows, UNIX, Linux e, ovviamente, Mac OS X.
Mi sono soffermato a descrivere brevemente le funzionalità dei nuovi software per evidenziare l’attenzione di Apple verso quello che ormai da tempo è diventato il settore principe della sua strategia. Quello che sembrava iniziato quasi per gioco con iMovie, è diventato il settore trainante di Apple Computer, che adesso offre soluzioni complete a 360 gradi in grado di ricoprire ogni aspetto dell’editing video professionale.
Cos’altro possiamo aspettarci per il futuro? A livello di software è difficile tanto pronosticare quanto immaginare altre novità, a meno che Apple non stia lavorando in gran segreto ad una versione rinnovata di Appleworks in grado di competere con l’imminente Office 2004 (mossa che potrebbe anche rivelarsi controproducente). A livello di hardware, invece, prima o poi sarà lecito aspettarsi che iMac e PowerBook verranno equipaggiati con i nuovi G5, anche se i tempi di questi aggiornamenti potrebbero non essere troppo brevi. Per quanto riguarda l’iMac, sarebbe auspicabile che Apple ne revisionasse, in tempi non troppo lunghi, l’attuale design: se così non fosse, la casa della mela correrebbe il rischio di perdere il terreno duramente conquistato nel settore consumer.