Dall’inchiesta pubblicata da Wired alle spiegazioni offerte dal portavoce di Apple Trudy Muller sulle policy legate alla privacy degli utenti di Siri. Su pressione degli attivisti di American Civil Liberties Union (ACLU), il colosso di Cupertino ha rivelato per la prima volta le sue politiche di data retention nel servizio di assistenza vocale in ambiente iOS .
I dati personali appartenenti agli utenti di Siri vengono dunque conservati sui server della Mela per un periodo non superiore ai due anni . Stando alle spiegazioni offerte alla redazione di Wired da Trudy Muller, l’azienda californiana assicura un processo di anonimizzazione dei dati raccolti tramite il suo assistente digitale, limitandosi a rastrellare le sole clip vocali per migliorare lo stesso servizio mobile .
Nello specifico , le richieste vocali inviate al sistema Siri vengono spedite nei data center di Apple per essere successivamente associate ad un codice numerico casuale – diverso da un ID utente o un indirizzo di posta elettronica – che verrà disattivato dopo sei mesi dalla sua archiviazione.
Apple continua però a conservare i file, una volta dissociati, per migliorare le prestazioni del proprio servizio di assistenza vocale. ( M.V. )