Non è stato un inizio d’anno dei più semplici per Apple: nonostante l’ennesimo record trimestrale in termini di fatturato, i numeri hanno confermato la temuta battuta di arresto nelle vendite di iPhone (la prima dopo quasi un decennio dal lancio del primo modello) e il trend calante nelle vendite dei tablet. La situazione pare destinata a proseguire anche per il trimestre in corso, viste le stime al ribasso delle stessa Apple: se confermate, si tratterebbe di un calo inedito da molti anni a questa parte, ma non si tratta dell’unica “gatta da pelare” per questo inizio d’anno di Apple.
A tenere banco da molte settimane c’è la battaglia tra Apple e l’FBI sulla privacy dell’iPhone del terrorista di San Bernardino, questione che ha visto schierarsi tutti i maggiori big del settore dalla parte di Apple (da Google a Facebook, passando per Twitter, Mozilla, e perfino Edward Snowden ) preoccupati del fatto che una vittoria dell’FBI costituisca un pericoloso precedente per l’installazione di backdoor permanenti in ogni dispositivo. Non mancano ovviamente anche le posizioni contrarie, come Bill Montgomery (procuratore distrettuale della contea di Maricopa, in Arizona) che ha annullato gli ordini di iPhone per i propri dipendenti, o Donald Trump (candidato alla corsa per la Casa Bianca) che ha invitato i propri elettori a boicottare Apple. Nel mezzo di queste posizioni non mancano i voltafaccia, opinionisti che hanno sempre difeso la privacy sopra ogni cosa ma che ora, pur di dar contro Apple, si schierano ora con l’FBI.
Comunque vada a finire, questa storia lascerà un segno nella storia della casa della Mela. Personalmente trovo che la posizione di Apple sia più che legittima, e condivido quanto espresso da Tim Cook nell’ intervista rilasciata una paio di settimane fa ad ABC News, intervista nella quale si ribadisce la pericolosità di una simile pretesa, che minerebbe la privacy tutti. Ad esprimere un giudizio definitivo sull’argomento sarà chiamata in causa la Corte Suprema americana nel processo che inizierà il 22 marzo, e proprio il giorno precedente Apple ha annunciato un evento che suona un po’ come un preambolo per ricordare a tutti che Apple intende proseguire per la sua strada: secondo i più, la data dell’evento sarebbe dovuta essere il 15 marzo (data che avrebbe rispecchiato anche la canonica preferenza di Apple per il “martedì”) ma è stata poi spostata al 21 marzo proprio per dare un segno a ridosso dell’udienza in cui dovrà spiegare il perché del suo rifiuto alle richieste della FBI.
Parlando più specificamente del 21 marzo, l’ evento di Apple (che sarà trasmesso anche in diretta streaming per avere una maggior cassa di risonanza) è stato presentato col solito slogan enigmatico e una grafica meno colorata del solito, dietro la quale si sono scatenate le solite interpretazioni più o meno fantasiose che andremo ad esaminare mentre analizziamo quelle che sono le aspettative intorno ai prodotti che dovrebbero essere presentati.
Lo slogan “Let us loop you in” (che tradotto può avere il doppio significato di “tenetevi informati” o “lasciatevi coinvolgere”) secondo alcuni nasconde nella parola “loop” l’arrivo di nuovi cinturini ed accessori per Apple Watch , se non addirittura la presentazione di un nuovo modello di Apple Watch: la cosa sarebbe anche plausibile se si ipotizza una cadenza di rinnovo annuale per lo smartwatch della Mela, e corrisponderebbe alle voci che vogliono la produzione del nuovo modello in linea per un lancio primaverile. Le possibili migliorie sono molte: l’orologio della Mela è un piccolo concentrato di potenzialità ma soffre ancora di qualche difetto di gioventù: il primo che viene in mente è la mancanza di un GPS, cosa che rende Apple Watch dipendente dall’iPhone anche per le sessioni di allenamento (a meno di non volersi accontentare della funzione di conta-passi). Potremmo poi parlare della potenza, anche se su un dispositivo da polso ha una valenza ridotta: più importante sarebbe una versione di sistema che lo renda ancora più flessibile e indipendente dall’iPhone. Qualcuno auspica anche l’arrivo di una fotocamera, cosa che personalmente troverei utile solo nel caso di videochiamate FaceTime, mentre pensare ad un incremento dell’autonomia dopo aver aggiunto tutto quanto detto sopra, è quasi impensabile.
In ogni caso, se Apple Watch ha una sua valenza in relazione allo sviluppo previsto per i dispositivi indossabili (l’orologio di Cupertino risulta essere lo smartwatch più venduto del 2015), ricordiamo che per usare un Apple Watch è indispensabile un iPhone, e proprio il telefono della Mela è il dispositivo che più di tutti si trova sotto controllo in questo momento. Chi segue con attenzione il mondo Apple sa che Cupertino ha sempre lasciato in vendita i telefoni delle due generazioni precedenti (fa eccezione, per certi versi, l’iPhone 5C, modello pensato per rimpiazzare l’iPhone 5 quando fu lanciato il 5S nel 2013) e probabilmente si è chiesto che fine avrebbero fatto i modelli con schermo da 4 pollici con l’arrivo dell’iPhone 7, ipotizzato per il prossimo autunno: la risposta di Apple dovrebbe essere nel cosiddetto iPhone 5SE , ovvero un modello con schermo da 4 pollici (come l’iPhone 5S, attualmente ancora in vendita) ma con l’hardware aggiornato alle ultime novità, e quindi processore Apple A9 e Touch ID. In realtà, in vista del contenimento del prezzo (non è ancora chiaro se questo modello andrà a costituire il nuovo entry-level del mondo iPhone, o se coesisterà, per questi primi mesi, con il già citato iPhone 5S) può anche essere che venga equipaggiato con un processore della serie precedente o che si rinunci al Touch ID, anche se quest’ultima eventualità mi sembrerebbe un passo indietro nell’evoluzione dei dispositivi iOS.
Resta il fatto che l’offerta di Apple si arricchirà di un nuovo modello e soprattutto, a differenza di quanto visto prima d’ora, ci troveremmo di fronte al lancio di due modelli di iPhone, di due serie distinte, a sei mesi di distanza l’uno dall’altro: difficile dire se si tratterà di una consuetudine anche per i prossimi anni, ma sicuramente può essere la mossa giusta in questo momento un po’ difficile, e in ogni caso si tratta di una scelta obbligata (almeno per quest’anno) se si vogliono tenere in vita più formati distinti con display di dimensioni differenti. Riallacciandoci a quanto detto sopra sull’alone di mistero che ruota intorno alla scelta del logo dell’evento, c’è chi intravede dai colori dell’invito la possibile offerta cromatica di questi nuovi iPhone, interpretazione che potrebbe in realtà adattarsi a qualsiasi altro dispositivo presentato il prossimo lunedì.
Arriviamo infine al prodotto più difficile: l’iPad. Il trend di vendite è in calo ormai da diversi trimestri, e non voglio andare alla ricerca di giustificazioni legate all’alto numero di vendite precedenti, modelli tutt’ora in uso con soddisfazione da molti utenti, che non hanno alcun motivo di comprare un nuovo tablet. È evidente che sussiste un problema da risolvere, ed è evidente che la soluzione non può essere il costoso iPad Pro presentato lo scorso autunno, prodotto che, per quanto buono, non può essere indirizzato ad un pubblico troppo vasto. Tra l’altro, in occasione del lancio di iPad Pro, Apple ha deciso di non aggiornare l’iPad Air, scelta che da un lato ha consentito ad Apple di indagare sul reale potenziale della versione maggiorata del proprio tablet, ma dall’altro ha spiazzato gli utenti proprio nel periodo in cui sarebbero stati più propensi all’acquisto. L’ iPad Air 3 (ammesso e non concesso che sarà questo il suo nome) è invece atteso per l’evento di lunedì, e dovrebbe trattarsi di un prodotto particolarmente interessante che porterà con sé tutte le novità viste nell’iPad Pro (processore Apple A9X , Apple Pencil, 4 casse, smart connector) in un prodotto dotato di maggiore portabilità e minor prezzo. Basterà questo per invertire il trend calante di vendite del tablet della Mela? Difficile dirlo, anche se credo che il momento del ricambio si stia ormai avvicinando, e chi ha apprezzato (e sta ancora apprezzando) i primi modelli di iPad, può essere invogliato all’aggiornamento dalle caratteristiche del nuovo modello.
Tornando alla grafica dell’invito, c’è anche chi intravede, più fantasiosamente, ulteriori novità, come un anteprima della prossima release di iOS (che trattandosi della decima potrebbe anche chiamarsi iOS X) o un’escursione nel mondo Mac per presentare nuovi modelli di MacBook, cosa che personalmente mi pare fuori luogo viste le premesse dell’evento. Ma siccome con Apple non si può mai dire quel che succederà, l’appuntamento è per la prossima settimana, per commentare tutto quel che ci sarà di nuovo.
Domenico Galimberti
blog puce72
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