È stato un anno un po’ particolare per Apple quello che si sta per concludere, e la trimestrale annunciata ieri sera ne è lo specchio evidente. È stato un anno particolare perché è iniziato dopo un riassetto aziendale che ha allontanato Scott Forstall (uno dei pupilli di Jobs) per dare il via ad un nuovo modo di lavorare, che dopo lunghi mesi di attesa e di silenzio ha portato le novità che si sono concretizzate nell’ultimo mese e poco più.
Nonostante le distrazioni degli eventi programmati da Apple in questo periodo, con l’avvicinarsi del canonico periodo delle trimestrali hanno iniziato a trapelare indiscrezioni sui primi dati registrati dalle varie società di analisi del mercato informatico. Da questi dati sembrava emergere che, nonostante il calo generalizzato del settore computer (sempre più eroso dai tablet) tutti i maggiori produttori di hardware registravano un aumento di vendite rispetto all’anno precedente, tutti tranne Apple. C’è da dire che per molti trimestri precedenti la situazione è stata esattamente opposta, quindi un trimestre in controtendenza non avrebbe dovuto destare particolari sorprese, soprattutto considerando che Apple, in questo 2013, si è fatta attendere a lungo: nuovi Air (un semplice aggiornamento) solo nel corso della WWDC , niente novità iMac fino a settembre, mini che risalgono ormai a un anno fa , e il resto che è arrivato solo con gli annunci di settimana scorsa .
Nonostante tutto ciò, il mercato dei Mac è cresciuto del del 22 percento rispetto al trimestre precedente, anche se va registrato un calo del 7 percento rispetto allo stesso periodo del 2012; dopo le novità appena presentate non credo che la situazione si ripeterà nei prossimi trimestre, ma se il calo dovesse proseguire la situazione potrebbe richiedere qualche spunto in più di riflessione da parte dei vertici di Cupertino. Resta da capire come si inserirà il Mac Pro in questo contesto: macchina quasi “abbandonata” da Apple fino all’anno scorso (quando Tim Cook annunciò che sarebbero arrivate grosse novità), il desktop professionale di Apple ha subito un restyling non solo estetico ma anche tecnico e progettuale, un restyling che porta ad un nuovo modo di concepire l’hardware, il cui successo sarà da verificare sul campo nel corso del prossimo anno. Al di là del costo (plausibile per il target a cui è indirizzato, e comparabile con quello di altre marchi per configurazioni simili) Apple punta tutto sull’espansibilità esterna attraverso Thunderbolt e ci mette la faccia in prima persona per sostenere questo standard sviluppato insieme ad Intel. Non sarà certo il Mac più venduto, ma chi non apprezza gli all-in-one, e considera il Mac mini inadeguato ai propri bisogni, non ha molte altre scelte se vuole un Mac che non sia un portatile.
Chi invece non teme cali di vendita è iPhone, che realizza più della metà del fatturato di Apple: nonostante l’attesa per i nuovi modelli, anche questo trimestre ha segnato l’ennesimo record con quasi 34 milioni di telefoni, il 26 percento in più dell’anno scorso e l’8 percento in più rispetto al trimestre precedente. Di questi 34 milioni, è bene ricordarlo, 9 milioni sono quelli venduti nel primo week-end di commercializzazione di iPhone 5S e 5C, e si parla di commercializzazione solo in undici paesi perché nel resto del mondo le vendite sono iniziate solo nello scorso week-end. Anche qui le indiscrezioni si sono sprecate: iPhone 5C vende poco e hanno tagliato la produzione, si legge in giro. Più che plausibile visto che, a conti fatti, è un iPhone 5 con un nuovo case che costa solo 100 Euro in meno del modello superiore (e chi vuole risparmiare è più probabile che si rivolga ancora al 4S). Ma riguardo il taglio della produzione è un po’ difficile tirare le somme senza avere tutti i numeri che possiede solo Apple. In ogni caso credo che i numeri più attendibili saranno quelli che vedremo a gennaio, dopo il trimestre natalizio, e in quel caso si dovranno tirare le somme tanto su iPhone quanto su iPad, visto che proprio da quest’ultimo arrivano i dati più controversi.
Rispetto allo scorso anno le unità di iPad vendute sono esattamente identiche (circa 14 milioni) ma il calo nei profitti indica che gli utenti si sono spostati verso i modelli più economici, come iPad mini o iPad 2. Pare infatti che iPad 2 venda ancora molto bene, e questo può spiegare, almeno in parte, il fatto che Apple abbia deciso di mantenerlo ancora a listino. Rispetto al trimestre precedente c’è stato invece un leggero calo del 4 percento, facilmente spiegabile con l’attesa dei modelli presentati la scorsa settimana: proprio l’arrivo dei nuovi modelli dovrebbe comportare una nuova impennata di vendite dei tablet con la mela, anche se pesa l’incognita della disponibilità dell’iPad mini Retina, il modello forse più atteso e che ha subìto le maggiori migliorie.
Per concludere il discorso sulla trimestrale segnaliamo che Apple, nel suo quarto trimestre fiscale del 2013, ha fatturato 37,5 miliardi di dollari: questi dati si raffrontano con i 36 miliardi di dollari dello scorso anno , facendo segnare un incremento del 4 percento, anche se gli utili sono scesi da 8,2 a 7,5 miliardi (il margine è sceso dal 40 al 37 percento) mantenendo però costante gli 8,67 dollari per azione diluita. Dopo aver chiuso in leggero rialzo, nell’ after hours il titolo AAPL è sceso leggermente, probabilmente proprio per il calo degli utili: va comunque ricordato che il titolo viene ora scambiato a quotazioni che oscillano tra i 520 e i 530 dollari per azione, mentre tre mesi fa si parlava di valori di 100 dollari inferiori. La causa del calo dei margini, inoltre, può essere messa in relazione con alcuni artifici contabili che Cupertino ha dovuto inglobare nei suoi conti per fare fronte alla novità dei software gratuiti (OS X Mavericks, iWork e iLife): ci sono almeno 900 milioni di dollari di costi da stornare, una cifra importante che Apple ha deciso di pagare per questioni strategiche.
Come chiosa finale, vorrei infine evidenziare tre dati macroscopici : il primo è la crescita dei mercati orientali, Cina e Giappone, segno che Apple si sta muovendo bene e che gli accordi con China Mobile e NTT DoCoMo porteranno i loro frutti nei prossimi trimestri. Il secondo è la continua crescita dei servizi legati all’iTunes Store (22 percento in più rispetto all’anno scorso) ma questo ormai non sorprende quasi più. L’ultimo è il calo (ormai inesorabile) degli iPod che, col 35 percento in meno di unità vendute rispetto allo stesso trimestre del 2012, dovrebbero far suonare un campanello di allarme: ma col Natale in arrivo forse tanto vale aspettare un altro trimestre prima di pensare ad un ripensamento drastico nella linea di dispositivi che ha accompagnato Apple nella sua rinascita dell’ultimo decennio. Per il 2014 Tim Cook ha lasciato intendere che potrebbero esserci in arrivo nuove categorie di prodotto, magari destinate proprio a rimpiazzare gli iPod.
Domenico Galimberti
blog puce72
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