In un gesto che potrebbe essere definito inconsueto per la politica di riservatezza di Apple, dopo il molto clamore suscitato dalla caduta dei server destinati a supportare l’attività degli sviluppatori impegnati su iOS e OS X e il loro successivo ritorno all’operatività, Cupertino ha pubblicamente riconosciuto a Ibrahim Balic la segnalazione di una vulnerabilità sul dominio iadworkbench.apple.com , di fatto riconoscendo la paternità della scoperta che ha consigliato alla Mela una profonda revisione dei propri sistemi.
Apple ci ha messo qualche giorno (un paio di settimane a dirla tutta) per riportare la situazione alla normalità : segno che la faccenda era degna di una certa attenzione onde evitare che la trascuratezza comportasse spiacevoli conseguenze. Trascurattezza che, a quanto traspare da una comunicazione ufficiale della stessa Facebook , è stata all’origine della scadente gestione mediatica dell’incidente che risale allo scorso fine settimana tra il ricercatore palestinese Khalil Shreateh e lo stesso social network.
Khalil aveva annunciato con video e post di essere in grado di taggare chiunque (e dunque comparire sulla bacheca dell’interessato) all’interno di Facebook, tanto da aver messo online una dimostrazione che coinvolgeva l’account privato del fondatore e CEO Mark Zuckerberg. La scrollata di spalle con cui Menlo Park aveva inizialmente accolto la segnalazione (privata) è stata un errore dovuto alla poca attenzione rivolta: lo dice Joe Sullivan, chief security officer, in una nota ufficiale sulla questione, che di fatto non chiarisce se di vero bug si trattasse , ma ribadisce di aver chiesto ai suoi colleghi maggiore impegno nel valutare le segnalazioni in arrivo dall’esterno .
Il problema risiederebbe nella ridotta mole di indicazioni fornite da Khalil Shreateh nella sua prima comunicazione a Facebook: da qui l’impegno a migliorare e rendere più chiare le linee guida suggerite dal social network ai bug-hunter che desiderino segnalare quella che ritengano essere una potenziale vulnerabilità del sito. Sullivan, in conclusione, tuttavia non esita a stigmatizzare il comportamento adottatao da Khalil: qualunque siano le iniziative prese per migliorare il programma White Hat, nessuna taglia sarà mai pagata a chiunque per mostrare il presunto bug comprometterà la privacy e la sicurezza di un altro utente Facebook .
Luca Annunziata