La decisione è stata promulgata: un giudice ha dato il via libera alla potenziale class action contro Apple (pdf) in relazione ai problemi tecnici avuti dalle “keyboard butterfly” della linea MacBook di alcuni anni or sono.
Apple, le fragilità della tastiera
Quella che era una sostanziale innovazione tecnica che consentiva di rendere più sottile il design delle tastiere dei MacBook, infatti, nel tempo si è rivelata più la più importante fragilità di quei modelli. Il problema venne identificato nelle fessure che consentivano l’ingresso di pulviscolo il grado di bloccare nel tempo il funzionamento dei pulsanti. Il problema emerse poco alla volta fino a costringere Apple ad intervenire con alcuni correttivi, ma senza risolvere alla radice il problema. Piccole correzioni non furono più sufficienti e Cupertino dovette dismettere quel tipo di soluzione.
A suo tempo venne istituito un programma di assistenza anche in Italia per risolvere problemi quali:
- Ripetizione imprevista di lettere o caratteri
- Mancata visualizzazione di lettere o caratteri
- Tasti “appiccicosi” o che non rispondono in modo coerente
I MacBook contemplati erano i seguenti:
- MacBook (Retina, 12 pollici, inizio 2015)
- MacBook (Retina, 12 pollici, inizio 2016)
- MacBook (Retina, 12 pollici, 2017)
- MacBook Air (Retina, 13 pollici, 2018)
- MacBook Air (Retina, 13 pollici, 2019)
- MacBook Pro (13 pollici, 2016, due porte Thunderbolt 3)
- MacBook Pro (13 pollici, 2017, due porte Thunderbolt 3)
- MacBook Pro (13 pollici, 2019, due porte Thunderbolt 3)
- MacBook Pro (13 pollici, 2016, quattro porte Thunderbolt 3)
- MacBook Pro (13 pollici, 2017, quattro porte Thunderbolt 3)
- MacBook Pro (15 pollici, 2016)
- MacBook Pro (15 pollici, 2017)
- MacBook Pro (13 pollici, 2018, quattro porte Thunderbolt 3)
- MacBook Pro (15 pollici, 2018)
- MacBook Pro (13 pollici, 2019, quattro porte Thunderbolt 3)
- MacBook Pro (15 pollici, 2019)
Il rischio class action
La decisione segnalata in queste ore risale in realtà all’8 marzo scorso e contiene un riferimento particolarmente importante ricavato da posta interna al gruppo. Un dipendente avrebbe infatti sostanzialmente ammesso che l’azienda era a conoscenza dei problemi di quel tipo di tastiera, ma non era stata immediatamente in grado di porvi soluzione:
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Apple si sarebbe opposta allo status di class action, ritenendo più equo affrontare i singoli casi. Il giudide Edward J. Davila, invece, ha ritenuto accomunati dalla medesima matrice tutti i casi legati alla fragilità della tastiera “butterfly” e per questo motivo apre le porte alla class action.