Apple ha risposto alle accuse concretizzate con l’apertura di una causa depositata dal Dipartimento di Giustizia statunitense (DoJ) che la vede coimputata con gli editori Hachette Livre, Harper Collins, Simon&Schuster, Penguin e Verlagsgruppe Georg von Holzbrinck (proprietario, tra l’altro, della tedesca Macmillan).
L’accusa è quella di aver costituito un cartello intorno al mercato degli ebook , in particolare con l’adozione del cosiddetto modello “di agenzia” che affida il controllo sul prezzo finale agli editori: uno schema concretizzatosi con l’arrivo di iPad, che ha spezzato la preponderanza del modello wholesale che permetteva ai rivenditori (in primis Amazon che dominava il settore) di scegliere liberamente il prezzo da offrire al cliente.
Proprio tirando in ballo il precedente dominio del proprietario di Kindle, Apple ha ora risposto alle accuse definendole “semplicemente non vere” e sottolineando come l’avvento di iBookstore nel 2010 abbia solo portato “innovazione e competizione”, rompendo “la presa monopolistica di Amazon sul settore dell’editoria”. ( C.T. )