Opti Inc. ha vinto , Apple ha perso. Questa la fredda cronaca dell’ultimo processo che ha investito la corporation della mela morsicata. In rispetto della sentenza Cupertino dovrà versare 19 milioni di dollari come “ragionevole royalty per la violazione”. Oggetto del contendere, un certo brevetto di “predictive snooping della memoria cache” registrato da Opti nel giugno del 2002.
La tecnologia suddetta descrive un metodo per aumentare l’efficienza del trasferimento dati tra CPU, memoria e dispositivi accessori, che Apple ha ammesso di aver utilizzato nei suoi prodotti chiedendo altresì la dismissione del caso giudiziario in quanto ormai allo stato dell’arte.
La causa di Opti contro Apple è stata avviata nel 2007: la Corte Distrettuale di Marshall, Texas ha ora dato ragione all’accusa condannando Cupertino a versare l’obolo di cui sopra. Piuttosto curiosamente uno dei legali di Apple aveva stabilito in circa 270mila dollari la cifra “equa” da pagare nel caso in cui la causa fosse stata persa: evidentemente le cose sono andate molto peggio di quanto previsto.
D’altronde 19 milioni di dollari non sono poi una gran cifra per una delle poche aziende dell’IT i cui affari continuano ad andare a gonfie vele nonostante una devastante (e certamente perdurante) crisi economica come non se ne vedevano da decenni. In ogni caso, dopo Apple, Opti Inc. ha già detto di essere pronta per passare al suo prossimo obiettivo , AMD, nel pieno rispetto della strategia di difesa dei suoi brevetti.
Cupertino non ha apparentemente comunicato l’intenzione di ricorrere in appello, mentre tra le “vittime” eccellenti e pregresse di Opti Inc. c’è un altro big dell’industria, il produttore di GPU NVIDIA. Già nel 2006 era stato costretto ad accordarsi per un “check” di 750mila dollari per ogni quarto di anno su un periodo di tre anni.
Alfonso Maruccia