Davanti alla corte distrettuale di San José, California, entrerà nel vivo il processo che vede contrapposte Apple e Samsung, che dovranno ora vedersela davanti alla giuria.
Apple accusa Samsung di aver copiato dai suoi dispositivi sia dal punto di vista del design esteriore sia da quello della user-experience e per la violazione di una serie di brevetti collegati a questi aspetti ha chiesto 2,5 miliardi di dollari di danni; la coreana si difende affermando che ha sviluppato solo delle idee, antecedenti peraltro all’utilizzo che ne ha fatto Cupertino stessa.
Secondo le 66 pagine di accuse depositate da Apple e che fanno riferimento a documenti interni a Samsung, questa avrebbe riconosciuto la bellezza e la facilità di utilizzo di iPhone prima e di iPad dopo e avrebbe di conseguenza deciso di “competere in qualsiasi modo” con il Melafonino, anche copiando deliberatamente le sue caratteristiche di successo .
L’hardware iPhone, sottolineano i documenti citati da Apple, sarebbe stato per Samsung “facilmente copiabile, già a partire dal touchscreen”. E così la coreana avrebbe iniziato a sviluppare e distribuire prodotti “quasi identici a quelli di Apple, nonostante gli avvertimenti ripetuti” da parte di Cupertino, ma anche di consulenti e suoi partner stessi.
In particolare, un gruppo di esperti di design avrebbe in passato avvertito Samsung della troppa somiglianza di Galaxy S con iPhone, così come Google avrebbe criticato la somiglianza dei tablet Galaxy Tab con iPad.
Nel frattempo, peraltro, Samsung ha già provveduto a distribuire una versione modificata di Samsung Galaxy Tab 10.1N appositamente pensata per superare le accuse di Cupertino e ora ha rimosso dal suo smartphone di punta, Galaxy S3, un’altra funzione, legata alla ricerca, che figura tra quelle di cui Apple contesta la violazione.
Tra le prove che Apple avrebbe voluto portare a proprio favore, peraltro, vi sarebbero – secondo quanto riferisce Cupertino – anche una serie di email che però Samsung avrebbe finito per distruggere tramite un sistema automatizzato di cancellazione che elimina i messaggi elettronici dopo due settimane : a tal proposito il giudice ha già dato ragione ad Apple che potrà così far pesare i ritardi della coreana davanti alla giuria.
Claudio Tamburrino