I suoi rappresentanti legali entreranno presto in scena, nel tentativo di vederci finalmente chiaro tra le pagine dei minacciosi documenti inviati dai vertici di Lodsys LCC ad un nutrito gruppo di sviluppatori al lavoro su iOS. Apple analizzerà dunque la spinosa situazione, almeno secondo indiscrezioni – non confermate in via ufficiale – pubblicate in esclusiva dal quotidiano britannico The Guardian .
La vicenda è ormai nota. Stando ai legali di Lodsys LCC – società texana specializzata in attività di licensing relative a decine di brevetti – il gruppo di sviluppatori avrebbe implementato, senza licenza, il pulsante di aggiornamento previsto da Apple nei suoi nuovi meccanismi di pagamento denominati in-app purchase . Violando di conseguenza uno specifico brevetto depositato più di 18 anni fa.
Secondo le più recenti indiscrezioni , la squadra legale della Mela ha già iniziato a studiare le carte inviate ai vari developer – si dice che nel mirino di Lodsys LCC siano praticamente finiti tutti gli sviluppatori al lavoro sulle app a pagamento – in attesa di una risposta ufficiale che dovrebbe giungere a breve.
C’è chi ha subito sottolineato come l’azienda di Cupertino non possa permettersi il lusso di lasciare i suoi developer tra le grinfie di quello che è stato definito un vero e proprio patent troll. Lodsys LCC aveva sottolineato come Apple fosse perfettamente in regola con i pagamenti relativi alla licenza. Al contrario degli sviluppatori, che potrebbero ora versare di tasca propria migliaia di dollari .
In ballo ci sarebbe dunque il predominio nel mercato delle applicazioni mobile, oltretutto considerato il fatto che Apple si aggiudica una fetta pari al 30 per cento per ogni acquisto effettuato in-app . Il developer Mike Lee ha già avviato una campagna di boicottaggio degli strumenti messi a disposizione dalla Mela, considerati unica (eventuale) causa dell’inferno legale scatenato da Lodsys LCC .
Pare che svariate dozzine di sviluppatori abbiano già aderito alla campagna lanciata da Lee, che ha sfruttato l’hashtag unlodsys per una diffusione virale su Twitter. Ai vari developer è stato dunque consigliato di rimuovere le app per gli acquisti interni e di utilizzare il bug report di Apple per lamentarsi e chiedere supporto .
Ma quelli degli acquisti in-app non saranno soli ad affrontare le astronomiche richieste dei signori dei brevetti. Una seconda società statunitense – Macrosolve – è partita alla caccia di altri developer iOS e Android, accusati di aver violato un secondo brevetto relativo alla gestione dei dati su dispositivi portatili .
Secondo i vertici di Macrosolve , gli sviluppatori avrebbero sfruttato senza licenza una tecnologia legata alla raccolta dei dati per la loro messa online in forma di questionario . I legali dell’azienda si sono rivolti – al pari di Lodsys LCC – ad una corte distrettuale del Texas, notoriamente favorevole ai detentori di brevetti.
Mauro Vecchio