In attesa della multa da 500 milioni di euro, Apple ha accusato Spotify di voler beneficiare dei vantaggi di App Store, senza pagare nulla. La software house svedese ha prontamente risposto, evidenziando ancora una volta le pratiche anticoncorrenziali dell’azienda di Cupertino.
Apple vs Spotify: scontro continuo
Lo scontro tra Apple e Spotify è iniziato oltre 10 anni fa. La software house svedese ha presentato una denuncia alla Commissione europea nel 2019, in quanto l’azienda californiana abusa della sua posizione dominante per imporre l’uso del metodo di pagamento proprietario e vietare di informare gli utenti su opzioni più economiche (esterne allo store).
Secondo il Financial Times, all’inizio di marzo dovrebbe arrivare l’attesa sanzione relativa alla cosiddetta clausola anti-steering. Apple ha dichiarato che Spotify vuole un accesso illimitato a tutti i tool senza pagare nulla. La software house paga solo i 99 dollari/anno per l’account sviluppatore. Dato che non supporta gli acquisti in-app, non versa la commissione del 30%.
In realtà, se Spotify accetterà le nuove regole di App Store (introdotte per rispettare il Digital Markets Act), dovrà pagare la Core Techology Fee, considerata una vera e propria estorsione dall’azienda svedese.
Apple afferma che Spotify è diventato il servizio di streaming più grande del mondo anche grazie alla distribuzione su App Store. Questa è stata la risposta della software house:
Il successo di Spotify è arrivato nonostante i migliori sforzi di Apple per ottenere un vantaggio artificiale favorendo il proprio servizio musicale in ogni momento, imponendo restrizioni ingiuste al nostro. Secondo le regole attuali, Apple controlla l’accesso di Spotify ai propri clienti e offre a Spotify una delle due opzioni insostenibili: o dobbiamo offrire un’esperienza utente scadente in cui non possiamo comunicare direttamente come acquistare o sottoscrivere l’abbonamento a Spotify su iPhone oppure dobbiamo accettare un costo aggiuntivo del 30% rispetto al nostro più grande concorrente. Questa non è una situazione di parità. Sosteniamo la Commissione europea e confidiamo che agirà presto per creare un ecosistema equo per tutti i soggetti coinvolti.
In pratica, abusando della sua posizione dominante, l’azienda di Cupertino avrebbe ostacolato Spotify per avvantaggiare Apple Music.