Apple è stata colta da un rinnovato spirito ecologico. Dopo aver guadagnato qualche posizione nel ranking mondiale delle aziende IT più rispettose dell’ambiente, ecco un’iniziativa per riciclare iPod e cellulari di ogni marchio.
La “rivoluzione” ecologica dell’azienda della mela è iniziata la scorsa estate, quando Greenpeace ha deciso di rivalutare l’impatto ambientale generato dai prodotti Apple. Niente di eclatante – si trattava pur sempre di una mediocre quart’ultima posizione – ma comunque una piccola nota di incoraggiamento dopo la disfatta del primo report Greenpeace 2007.
Le critiche devono aver pungolato la dirigenza di Cupertino: Apple era stata accusata tra l’altro di aver realizzato un iPhone poco in linea con i propri propositi ecologisti . A distanza di sette mesi Apple ha deciso di dare una lucidata al brand lanciando un programma gratuito per il riciclaggio di iPod e cellulari, limitata al solo territorio statunitense. In Italia , al momento, è possibile solo lo smaltimento “dei materiali di packaging presso gli appositi punti di raccolta locali o in bidoni dedicati disponibili in alcune località”.
Come riporta AOL i cittadini potranno fruire di un servizio di spedizioni gratuite da richiedere tramite un apposito form online e grazie alla collaborazione della Posta nazionale (USPS).
Insomma, si tratta di un’ulteriore opzione che si affianca a quelle che riguardano il ritiro/riciclo di un qualsiasi personal computer o monitor, per le quali è richiesto però un piccolo esborso o l’acquisto di un Mac nuovo.
Electronics TakeBack Coalition ha rilevato che ogni anno gli americani buttano nella spazzatura centinaia di milioni di dispositivi elettronici. Una mole di rottami hi-tech che è motivo di preoccupazione per tutti gli ambientalisti: vi è contenuto ogni genere di sostanze tossiche altamente inquinanti e solo nel 13% dei casi vengono riciclati.
Apple ha deciso di dare un taglio netto con il passato. Ma non è l’unica, perché anche Dell ha avviato da tempo un piano di ritiro gratuito per i suoi prodotti; lo stesso ha fatto Sony dando vita ad un network di siti di raccolta.
Il Los Angeles Times sostiene comunque che vi siano delle alternative ancora da esplorare a fondo. Ogni prodotto può essere infatti venduto su eBay o donato tramite Freecycle o CollectiveGood .
Dario d’Elia