Entro cinque anni Apple lancerà una nuova tecnologia legata all’impiego di satelliti progettati ad hoc per la trasmissione delle informazioni ai dispositivi. O almeno questo è l’intento. A riportarlo un’indiscrezione comparsa oggi sulle pagine di Bloomberg che tra le altre cose fa riferimento a un team segreto messo insieme dal gruppo di Cupertino e già al lavoro sul progetto.
Apple al lavoro sui satelliti
La squadra è composta da ingegneri provenienti dall’industria aerospaziale, da altre realtà attive nel mercato dei satelliti e da esperti nell’ambito del design. A guidarla Michael Trela e John Fenwick, già impegnati in Skybox Imaging prima dell’acquisizione da parte di Google risalente al 2014. Della partita anche Ashley Moore Williams (ex Aerospace Corp) e Daniel Ellis (ex Netflix).
Trattandosi di un’iniziativa ancora nelle sue prime fasi di sviluppo non è in ogni caso da scartare l’ipotesi che possa essere abbandonata in corso d’opera se i progressi raggiunti non saranno ritenuti soddisfacenti.
Stando a quanto emerso da fonti che per ovvie ragioni hanno chiesto di restare anonime, Tim Cook avrebbe mostrato parecchio interesse nei confronti del progetto: il CEO l’avrebbe indicato come una priorità per il futuro dell’azienda. Fin dal suo insediamento, il successore di Steve Jobs ha dimostrato di voler puntare su ricerca e sviluppo, destinando fondi sempre più ingenti a sperimentazioni come questa: 16 miliardi di dollari solo nell’anno fiscale 2019, il 14% in più rispetto a quanto stanziato nei dodici mesi precedenti.
Da definire con certezza le modalità di impiego della tecnologia, anche se come scritto in apertura dovrebbe tornare utile per l’invio dei dati verso il suolo, una forma di connettività con caratteristiche che possiamo immaginare simili a quanto proposto da SpaceX con i satelliti di Starlink e da Amazon con Project Kuiper. Potrebbe altrimenti trattarsi di un sistema in grado di mettere in comunicazione i diversi dispositivi (smartphone, tablet, computer, apparecchiature della Internet of Things ecc.) senza far leva sui network tradizionali oppure per una localizzazione più precisa rispetto a quanto offrono gli attuali GPS.