Cupertino (USA) – Sempre a caccia di novità hi-tech con le quali distinguere i suoi prodotti, Apple sembra intenzionata a commercializzare un computer ultra-portatile che al posto dei tradizionali hard disk magnetici utilizzi un disco basato su memoria flash.
L’indiscrezione proviene da un analista di American Technology Research , Shaw Wu, secondo cui il nuovo sistema di Apple, che qualcuno ha già battezzato MacBook mini , rientrerà nella categoria dei subnotebook e arriverà sul mercato nella seconda parte dell’anno .
Similmente all’ iPhone , il nuovo computer ultra-mobile di Apple dovrebbe utilizzare una versione “alleggerita” dell’imminente Mac OS X Leopard , e grazie all’adozione di un disco a stato solido (SSD) potrebbe fornire un’autonomia di funzionamento piuttosto elevata. Al momento, tuttavia, non si hanno dettagli su questo prodotto: come tradizione, la Mela riesce a mantenere uno stretto riserbo sui progetti ancora in cantiere.
Rispetto ad un hard disk tradizionale, un drive flash abbatte i tempi di caricamento del sistema operativo, ha tempi di accesso casuale ai dati nettamente inferiori, consuma una frazione dell’energia, e fornisce una maggiore resistenza e affidabilità nel tempo. Per contro, la velocità di lettura sequenziale è inferiore a quella di un tipico hard disk (ciò influisce soprattutto nel trasferimento di grossi file non frammentati) ma, soprattutto, il costo per gigabyte delle memorie flash è ancora circa otto volte maggiore di quello degli hard disk.
Proprio il costo è il fattore che oggi ancora limita fortemente la diffusione di notebook basati su dischi flash: il Vaio UX1 di Sony , uno dei primissimi PC ultraportatili ad impiegare un SSD (da 32 GB), costa ad esempio quasi 3mila euro. Non c’è dubbio, tuttavia, che già a partire da quest’anno i dispositivi basati su dischi flash cominceranno a moltiplicarsi e, di conseguenza, a scendere di prezzo. A favorire questo trend sarà soprattutto SanDisk , che all’inizio dell’anno ha introdotto un SSD da 32 GB dal costo sensibilmente inferiore a quello della prima generazione di dischi a stato solido.
The Register fa inoltre notare che Apple, per via di iPod (e prossimamente di iPhone), è uno dei maggiori acquirenti di memorie flash: ciò potrebbe consentirle di spuntare prezzi di particolare favore con i suoi fornitori.