Maggiore è la distanza dall’epicentro della polarizzazione su un tema divisivo come quello della pandemia, maggiore è la sensazione che il problema sia superato, archiviato, concluso. Parlare di mascherine potrebbe sembrare fuori luogo in un’Italia che le sta progressivamente abbandonando pur tra mille raccomandazioni a non abbassare troppo repentinamente la guardia. Ma se parlando dell’Italia non si fa altro che risollevare sopiti rancori e consolidata divergenza di opinioni, può invece suonare decisamente interessante notare ciò che sta facendo Apple negli Stati Uniti.
Cupertino, infatti, non solo non sta abbandonando le mascherine, ma sta anzi facendo passi indietro per tornare a mettere al riparo il gruppo da possibili nuove ondate di Covid che possano appiedare la produzione e la vendita. Meglio avere una mascherina FFP2 in tasca sempre, insomma: parola di Tim Cook.
Apple e Covid
Quando si è ormai alle porte dell’Estate, sono in molti a cedere alla tentazione per cui bel tempo possa significare una caduta automatica della virulenza: sono i dati provenienti da tutto il mondo a spiegare che la correlazione non è invece così diretta e che la consequenzialità non è così forte, sebbene siano molti i fattori che consentono all’Estate di ergersi a periodo favorevole in virtù del maggior tempo passato all’aria aperta.
Apple sa però che in ufficio gli spazi sono contingentati e negli Apple Store si passa molto tempo al chiuso con molti clienti. Estate o meno, questi luoghi diventano giocoforza pericolosi, a prescindere da normative e libertà. Di qui la duplice decisione:
- il ritorno in ufficio resterà fortemente graduale e continuando tuttavia a tempo indefinito con lo smart working per evitare di avere l’intera forza lavoro negli spazi comuni (e rispondendo così anche alla crescente richiesta di flessibilità proveniente dai dipendenti);
- negli Apple Store, così come nelle aree comuni degli uffici (corridoi, ascensori, sale riunioni) sarà obbligatorio l’uso della mascherina.
La scelta di Apple è sicuramente sofferta, poiché il gruppo aveva fin qui sempre osteggiato lo smart working preferendo un repentino ritorno alle abitudini tradizionali pre-pandemia. Ma la scelta è stata obbligata e guidata dalla semplice osservazione dei fatti: l’aumento dei casi di positività, soprattutto in alcune zone degli States, costringe il gruppo ad un bagno di realtà e, pur andando in direzione contraria rispetto ad istituzioni che mordono il freno circa la possibilità di nuove restrizioni, impone un prolungamento del periodo di cautela.
Insomma, a prescindere dalle pulsioni dell’Estate e dalle normative, dotarsi di mascherine FFP2 e continuare ad avere massima cautela nei luoghi di assembramento è qualcosa di sicuramente utile per sé e per il prossimo. Le raccomandazioni sono in auge in ogni settore, ma la pulsione diffusa è quella di ignorarle e di lasciar spazio alla lecita voglia di libertà dopo anni di restrizioni. I numeri tuttavia non mentono e la necessità di contenere i contagi deve trovare nell’Estate la sua miglior alleata: libertà all’aperto, mascherina in luoghi chiusi e affollati. Una forma di resistenza, insomma, che regali alla scienza tempo ulteriore per formulare cure e vaccini ulteriormente migliorati.