Da diversi anni a questa parte, alla scadenza di ogni trimestre fiscale, Apple ci presenta il solito record. Nel caso specifico, per il trimestre conclusosi a fine settembre guardando i dati a livello macroscopico possiamo notare che in termini di fatturato ci troviamo di fronte ad un +25 per cento rispetto allo scorso anno, e un +18 rispetto al trimestre precedente, per un totale di 9,87 miliardi di dollari. Per gli amanti delle statistiche, l’anno fiscale 2009 si è concluso con un fatturato di 36,54 miliardi di dollari, contro i 32,47 dello scorso anno: a ulteriore testimonianza della crescita, se guardiamo a cinque anni fa, il 2004 si chiudeva con 8,28 miliardi di fatturato.
Al di là del fatturato, vale forse la pena di dare un’occhiata alle macchine vendute per scorgere eventuali anomalie, sia in positivo che in negativo, rispetto all’andamento generale. I numeri che saltano subito all’occhio sono sostanzialmente tre, due che colpiscono in negativo, e uno che colpisce in positivo. Il primo riguarda le vendite in Giappone, che rispetto al trimestre precedente, sono in calo del 27 per cento, anche se c’è stato un incremento di fatturato del 4. La situazione è evidentemente anomala, e lo si vede anche confrontando i dati dello scorso anno, visto che a fronte di un numero pressoché identico di unità vendute (c’è un incremento dell’1 per cento), il fatturato è in aumento del 36.
A confermare la tesi che si tratti di un dato “particolare”, potremmo citare anche la situazione degli altri mercati, visto che mediamente i dati di fatturato e le vendite vanno di pari passo: guardano ai totali, l’incremento di unità vendute è del 17 per cento, mentre l’incremento di fatturato è del 18. Non conoscendo la situazione particolare del mercato giapponese l’unica ipotesi che mi sento di fare (escludendo una politica dei prezzi suicida), è che siano calate le vendite dei prodotti più economici e aumentate (in misura molto minore) quelle dei prodotti più costosi o dei servizi non associati alla vendita di CPU. In ogni caso quello del Giappone è il mercato più piccolo per Apple, visto che rappresenta una quota compresa tra il 4 e il 5 per cento del totale.
Il dato più positivo riguarda la voce “iPhone e relativi prodotti/servizi”, che fa segnare un +41 per cento in termine di unità vendute rispetto al trimestre precedente, con oltre 7 milioni di iPhone venduti tra luglio e settembre: guardando allo scorso anno, l’incremento è “solo” del 7 per cento, un risultato comunque notevole se confrontato con i numeri disastrosi annunciati da Nokia e Sony-Ericsson in questi giorni. Al di là di questo, quello che più colpisce di questa voce è un +185 per cento di fatturato rispetto allo scorso anno, il cui merito è da ricercarsi in parte nel maggior prezzo del nuovo iPhone (che nonostante ciò vende comunque molto bene), in parte nei maggiori proventi che derivano dalla vendita di accessori (anche di terze parti) e dagli accordi con gli operatori telefonici, segno che la politica messa in atto da Apple sta funzionando nel migliore dei modi.
Ampliando la visuale all’intero anno fiscale, possiamo notare che il 2009 si è concluso con oltre 20 milioni di iPhone venduti, contro gli 11 milioni dello scorso anno: parallelamente il mercato delle applicazioni per il “melafonino” è passato dalle 3mila dello scorso settembre alle attuali 85mila e più, segno che il modello realizzato da Apple piace a sviluppatori, utenti, e anche alla concorrenza (che cerca in tutti i modi di replicarlo) oltre che alla stessa Apple, che incassa il 30 per cento da ogni applicazione venduta.
Spostando l’attenzione sui computer veri e propri, possiamo notare che la vendita di macchine desktop è in calo del 7 per cento rispetto al trimestre precedente, e del 16 rispetto al 2008. In realtà questo dato non sorprende più di tanto: la tendenza attuale premia il mercato dei notebook, che infatti è in crescita del 29 per cento (+35 rispetto allo scorso anno) e consente ad Apple di segnare un incremento complessivo del 17 per cento nelle vendite di Mac (+19 rispetto al 2008). A valle di tutto ciò, è sicuramente curioso osservare come la “scalata” delle macchine portatili sia inarrestabile: un anno fa i fissi rappresentavano il 36 per cento del totale venduto, mentre oggi questa percentuale è scesa al 26.
Forse i dati sono in parte falsati dall’attesa che si è creata intorno all’attesa del nuovo modello di iMac, mentre i portatili (al contrario) hanno beneficiato di un rinnovo di gamma proprio nel trimestre appena concluso. Anche qui possiamo ampliare la visuale dicendo che i Mac venduti nel 2009 (inteso come anno fiscale, e non solare) sono stati più di 10 milioni, mentre erano 5 milioni nel 2006 (anno in cui vennero introdotti i processori Intel), e solo 3 milioni nel 2004, cinque anni fa. Una crescita invidiabile.
Proprio parlando di Mac non possiamo mancare di fare qualche osservazione sulla lunga serie di novità presentate a seguito dei risultati fiscali, e proprio a ridosso del lancio di Windows 7. La prima cosa che possiamo notare è che, in un colpo solo, è stata aggiornata tutta la linea di macchine consumer: al di là delle tempistiche di rinnovo dell’hardware, questa scelta non è casuale visto che stiamo entrando nel periodo più redditizio degli acquisti natalizi, e possiamo immaginare già da ora che il prossimo trimestre farà segnare un ulteriore boom di vendite. Ma andiamo ad analizzare un po’ più in dettaglio le varie novità proposte da Apple.
Il nuovo iMac , con un design rivisto nei dettagli, offre uno schermo ancora più grande (21,5″ e 27″, contro i 20″ e 24″ della serie precedente) e la possibilità di montare processori quad-core Intel Core i5 o i7. Il prezzo di partenza è lo stesso di prima, 1099 Euro, ma si arriva a 1799 Euro (o più) per un modello quad-core con schermo da 27″ e ATI Radeon HD 4850 da 512MB. Tra le novità più interessanti del nuovo iMac ci sono anche due caratteristiche finora inedite (o quasi): la prima è che iMac da 27″ può essere utilizzato anche come monitor esterno per un altro computer con DisplayPort (come indicato nelle specifiche tecniche ).
La seconda è che i processori Core i7 (ma anche Core i5) sono CPU progettate specificatamente per computer desktop, mentre in passato, per questioni legati alla dissipazione del calore, sono stati utilizzati principalmente dei processori pensati per macchine portatili, con conseguente penalizzazione delle prestazioni. Il nuovo iMac si presenta quindi come macchina più che rispettabile anche per molti compiti professionali. Tra le altre novità ricordiamo che vicino al superdrive è ora presente uno slot per schede SD, e tutti i modelli, anche quello base, sono forniti con 4GB di RAM, tastiera wireless e il nuovo Magic Mouse .
Come previsto da più parti, il vecchio Mighty Mouse – che tanti discussioni aveva innescato a causa della facilità con cui si sporcava la “pallina” dello scrolling – è stato sostituito da un nuovo mouse completamente touch, che riprende alcune gestures a una o due dita che gli utenti Apple sono già abituati ad eseguire sui trackpad dei portatili. All’apparenza sembra molto più funzionale del precedente, ma in attesa di verificarne la comodità di utilizzo con una prova pratica, sento già che mi mancherà la possibilità di attivare Exposé premendo il “tasto centrale”, possibilità che a giudicare da quanto mostrato sul sito Apple pare non esserci. Il nuovo Magic Mouse è disponibile solo in versione wireless (bluetooth), utilizza un puntatore laser (più preciso del precedente), e viene venduto a 69 Euro. Restando in tema di accessori, anche l’ Apple Remote è stato rinnovato, ma a parte il look in alluminio non presenta altre novità.
Restando in ambito desktop, pur senza stravolgimenti estetici, anche il Mac mini è stato oggetto di qualche piccolo ritocco: la scheda grafica rimane la GeForce 9400M ma sono disponibili processori più veloci, e un piccolo taglio di prezzi ha portato il modello base a 549 Euro. La vera novità del Mac mini è però la versione server, che sacrificando l’unità ottica aggiunge un secondo disco rigido e viene venduto con Snow Leopard Server a 949 Euro. Si tratta di una scelta un po’ azzardata che però potrebbe dare dei buoni risultati per chi cerca una macchina compatta, senza grosse pretese di potenza, ma pensata comunque per un certo tipo di utilizzo che non è quello classico per cui è nato il mini.
Ultimo, ma non per questo meno importante, il rinnovo del MacBook . Pur mantenendo il case in policarbonato, il nuovo portatile entry level di Apple adotta le stesse soluzioni tecniche già viste sui fratelli maggiori : guscio unibody, trackpad in vetro multitouch, schermo con retroiluminazione a LED, batteria integrata a polimeri di litio per 7 ore di autonomia. Tutto questo, unito al nuovo prezzo di 899 Euro, lo rendono una macchina molto concorrenziale, tanto da impensierire anche il piccolo MacBook Pro da 13″. Sarà forse per questo motivo che Apple ha ben pensato di togliere nuovamente la Firewire a questa serie di prodotti? Difficile a dirsi, e difficile anche che stavolta possa tornare sui suoi passi, visto che oggi (a differenza di quanto successe a inizio anno), chi necessita della Firewire su una macchina “piccola” può comunque rivolgersi al MacBook Pro da 13″, che oltre alla Firewire offre anche qualche altra caratteristica in più rispetto al MacBook.
Con questo giro di novità credo che sia concluso definitivamente l’anno 2009, quindi chi sperava in una nuova Apple-TV, in aggiornamenti dei più professionali Mac Pro, o in qualche anticipazione dell’ iPad , dovrà pazientare fino al prossimo anno. Nel frattempo gli investitori applaudono alle novità, e Apple supera la quota di 200 dollari nel corso delle contrattazioni a Wall Street.
Domenico Galimberti
blog puce72
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