È una trimestrale di non facile interpretazione quella dei numeri snocciolati nella tarda serata di ieri da Apple. Assodato che il 2016 è stato, per vari motivi, un anno difficile (quello annunciato ieri è stato, fiscalmente, il quarto trimestre fiscale del 2016) proviamo a sintetizzare a grandi linee i quattro argomenti principali, partendo dal più influente dal punto di vista del bilancio, nonché il più discusso.
L’ iPhone ha avuto per tutto l’anno un andamento in calo rispetto al 2015, stabile solo nel trimestre dello scorso Natale . I motivi si possono ricercare in molti elementi: si va dal complicato raffronto con lo scorso anno (il 2015 era stato caratterizzato da una forte crescita, difficilmente ripetibile) al rafforzamento della concorrenza, passando per il fatto che la clientela non accoglie mai troppo favorevolmente le serie “S” dei melafonini, le cui migliorie sono meno visibili esteriormente e più concentrate su alcuni aspetti tecnici. Il raffronto di questo trimestre è ancora più complicato: prima di tutto perché, in occasione del lancio di iPhone 7, Apple ha ampliato il numero di paesi in cui rendere disponibile da subito il nuovo smartphone (mossa sicuramente gradita dagli utenti ma anche, per certi versi, messa in atto con una certa astuzia dalla casa della Mela); in secondo luogo, uno dei maggiori concorrenti di Apple è stato coinvolto in una grave serie di problemi su quello che sarebbe dovuto essere uno dei suoi prodotti di punta (parliamo ovviamente della vicenda del Galaxy Note 7 ) e questo ha indirettamente favorito, almeno in parte, Apple (anche se forse ha favorito maggiormente gli altri competitor Android). In ogni caso, considerando che il trimestre in questione si è chiuso a settembre, gli effetti dell’inconveniente di Samsung sulle vendite di iPhone 7 saranno maggiormente visibili nel trimestre in corso, per via delle consuete vendite natalizie, ed infatti per il trimestre in corso, nonostante il lancio allargato di iPhone 7, le vendite sono ancora in calo rispetto allo stesso periodo del 2015, anche se stavolta il calo è molto più contenuto : 45,5 milioni di iPhone contro i 48 milioni del 2015, un calo del 5 per cento che (come già fatto notare in altre occasioni) rappresenta comunque un incremento del 16 per cento rispetto ai 39 milioni del 2014.
Ricordiamo che il 2015 è stato un anno particolarmente favorevole per via dell’apertura sul mercato cinese tant’è che, per il trimestre in esame, lo scorso anno si era registrato un incremento del 99 per cento proprio nell’area geografica della grande Cina, area che invece quest’anno segna un calo del 30 per cento rispetto al 2015.
Chiudendo il giro degli smartphone della Mela, l’anno prossimo sarà ancora più importante per Apple: secondo molti analisti, la base dell’installato sta invecchiando (io stesso ho ancora in uso un iPhone 4) e se molti utenti coglieranno l’occasione per comprare un iPhone 7 (se non un iPhone SE, per chi preferisce un telefono dalle dimensioni più contenute) sono ancora di più quelli che stanno aspettando il 2017, immaginando grosse sorprese in occasione del decimo anniversario del lancio del primissimo iPhone EDGE . Forse non è un caso che l’iPhone 7 (pur con diversi nuovi dettagli) abbia sostanzialmente mantenuto la stessa linea dei due modelli precedenti… Ma per questo c’è ancora tempo (almeno per noi, perché a Cupertino sicuramente ci stanno già lavorando).
L’ iPad prosegue anch’esso il trend calante di vendite: 9,3 milioni di unità rappresentano il 6 per cento in meno rispetto al 2015 , anche se a livello di fatturato la variazione è nulla. Si conferma quindi lo spostamento dell’utenza verso i modelli più costosi (il che confermerebbe la scelta di Cupertino di puntare alla linea “Pro”) ma la situazione dell’immediato futuro potrebbe essere più delicata visto che non ci sono stati aggiornamenti autunnali pensati per sostenere le vendite natalizie. È però anche vero che l’iPad è un prodotto che soffre meno l’invecchiamento (e di riflesso soffre maggiormente del mancato ricambio) e in ogni caso si parla di marzo come data utile per il prossimo upgrade, secondo il nuovo schema di eventi che si è andato a definire ultimamente: potrebbe arrivare un nuovo iPad Pro in formato mini? Difficile da immaginare adesso ma probabilmente, per tener vivo il prodotto, Apple deve cercare di far emergere in modo più deciso il lato “Pro” degli iPad: del resto anche qui potremmo trovarci di fronte ad una discreta quantità di installato che sta invecchiando visto che iOS9 (l’ultima versione di iOS, fino ad un paio di mesi fa) era installabile anche sugli iPad 2 di inizio 2011.
Dai Mac non ci si aspettavano grandi risultati: macchine datate e in attesa di un upgrade che dovrebbe arrivare giovedì, in occasione di un evento speciale che Apple ha simbolicamente chiamato Hello Again , slogan già utilizzato in passato in uno degli ultimi keynote di Jobs (quando venne presentata la nuova versione del MacBook Air) o addirittura alla presentazione del primo iMac nel 1998. In ogni caso, il trimestre in corso ha visto un calo del 14 per cento anche nel numero di Mac venduti, che si fermano a poco meno di 5 milioni di unità: c’è da sperare che le imminenti novità coinvolgano tutta la linea di computer delle Mela e non solo i portatili, dove le novità sono praticamente certe.
I servizi rappresentano invece il consueto dato in controtendenza: anche in uno scenario negativo, il fatturato di questa voce (che include servizi internet, AppleCare, Apple Pay, licenze, e altro ancora) cresce del 24 per cento raggiungendo i 6,3 miliardi di dollari (il 13,5 per cento del fatturato totale) più di iPad e più dei Mac.
Complessivamente, visto che non l’abbiamo ancora detto, l’ultimo trimestre fiscale del 2016 si chiude con un fatturato pari a 46,9 miliardi di dollari (in calo rispetto ai 51,5 miliardi del 2015) e un utile di 9 miliardi (anch’esso in calo del 19 per cento rispetto allo scorso anno) pari a 1,67 dollari per azione diluita (nuovamente in calo rispetto al 1,96 dollari del 2015). Il margine operativo lordo cala dal 39,9 per cento al 38 per cento ma si mantiene comunque su valori elevati. Apple ha anche annunciato che per il trimestre in corso si attende un fatturato compreso tra i 76 e i 78 miliardi, con un margine tra il 38 per cento e 38,5 per cento: se confermato nei numeri, si tratterebbe di un inizio di ripresa, visto che lo scorso anno il fatturato si era fermato di poco sotto i 76 miliardi di dollari, e il 2014 ancora più indietro, a 74,6 miliardi. Non è bastato questo annuncio per ottenere la piena fiducia degli investitori, che nonostante la chiusura positiva a fine giornata (con il titolo AAPL a quota 118,25 dollari) nel momento in cui scriviamo fanno segnare un calo del 2,8 per cento nel mercato dell’After Hours.
Infine, non ci sono dati ufficiali, ma in base ad alcune ricerche di mercato pare che anche Apple Watch non se la sia passata molto bene nei mesi estivi: si parla del 70 per cento in meno rispetto al 2015, in un mercato (quello degli smartwatch) che è comunque in calo di oltre il 50 per cento e in cui tutti hanno perso terreno tranne Garmin e Samsung (che restano comunque ben lontane dai numeri di Apple, ancora alla guida del settore con oltre il 41 per cento del totale). Anche qui l’analisi non è delle più semplici, visto che il 2015 è stato l’anno zero per Apple Watch, con una disponibilità al lancio molto frammentata, e con un update che è arrivato solo ora, a un anno e mezzo dal primo modello . Può anche essere che una buona fetta di pubblico fosse in attesa della nuova serie, che grazie a GPS e impermeabilità si prepara a totalizzare numeri più importanti in un mercato che comunque stenta a decollare. Ricordiamo che Apple Watch è incluso nella voce “Altri” della tabella presentata da Apple, e che questa voce include Apple TV, Apple Watch, iPod, prodotti Beats e accessori vari: complessivamente questa voce è in calo del 22 per cento, ma se consideriamo il forte impulso negativo dato da Apple Watch, possiamo stimare che il resto dei prodotti inclusi in questa voce abbia ottenuto dei buoni risultati.
Per il trimestre in corso, e per il 2017, Apple si aspetta di tornare a crescere, sia per quanto detto sopra, sia per l’espansione di Apple Pay (accolto molto positivamente in Giappone, dove è appena sbarcato, e in arrivo anche in Russia e in alcuni paesi europei), di Homekit e dei servizi Enterprise. Le premesse per fare bene ci sono, ma il primo passo sarà quello da compiere con i nuovi Mac in arrivo domani.
Domenico Galimberti
blog puce72
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