Un produttore di cellulari che detiene attualmente appena il 2,5 per cento delle quote di mercato ha surclassato per introiti un altro produttore che ne detiene il 38 per cento. Almeno nel mercato statunitense. Un produttore legato peraltro ad un singolo dispositivo trainante, disponibile in 80 paesi del mondo, che ha premuto sull’acceleratore dei profitti operativi, surclassando di quasi mezzo miliardo di dollari un altro produttore che distribuisce più modelli in 150 paesi del mondo.
Si parla di Apple, che con il suo iPhone è riuscita a trasformarsi nel leader del settore statunitense del mobile , con introiti complessivi pari a 1,6 miliardi di dollari alla fine del terzo trimestre di quest’anno. Il secondo produttore, quello più grande ma scavalcato, è Nokia: che si è fermata nello stesso periodo economico a 1,1 miliardi di dollari, dopo l’onda della recessione e una caduta del 31 per cento delle proprie vendite sul mercato a stelle e strisce.
I dati sono stati pubblicati da Strategy Analytics , che ha anche spiegato i motivi della crescita vertiginosa della Mela di Cupertino. “Grazie a volumi molto forti, alti prezzi all’ingrosso e stretti controlli sui costi – ha dichiarato – il produttore di computer è riuscito con successo a far esplodere il mercato dei dispositivi mobile in appena due anni”. Strategy Analytics ha poi parlato della crisi economica come uno dei fattori che hanno penalizzato Nokia, suggerendo all’azienda finlandese di lottare proprio sul mercato USA per una ripresa repentina nel 2010. Nokia, in realtà, pare già pronta a dar battaglia ad Apple che intanto sembra osservare in Android un rivale decisamente più pericoloso.
Nel frattempo, comunque, è stata ufficializzata l’uscita sul mercato di N900 , il dispositivo handset al prezzo di 500 euro che dovrebbe rivaleggiare con iPhone grazie al nuovo OS a basa Linux, Maemo. Lo scontro, insomma, ritorna sui dispositivi piuttosto che nelle aule di tribunale . Vincerà chi riuscirà a convincere gli utenti della bontà dei proprio apparecchi e delle proprie scelte in fatto di sviluppo della piattaforma e servizi.
Mauro Vecchio