Un nuovo report recentemente condiviso da Wayne Ma di The Information informa che Apple ha sperimentato l’utilizzo di Apple Vision Pro per la diagnosi e il trattamento dei problemi di salute mentale, unitamente a funzioni di monitoraggio della salute.
Apple Vision Pro per la salute mentale e non solo
Citando fonti vicine all’azienda, viene spiegato che la “mela morsicata” ha sperimentato l’impiego del suo visore, che è stato presentato a giugno scorso, per tracciare le espressioni facciali di un utente per rilevare depressione, ansia, stress, disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e altri problemi di salute mentale.
Il tracciamento oculare, la dilatazione della pupilla e le telecamere esterne possono misurare l’affetto di una persona, un termine psicologico che fa riferimento al modo in cui un individuo esprime le emozioni.
Un cosiddetto “affetto piatto”, altrimenti noto come espressione facciale priva di emozioni, può essere un segno di specifici problemi di salute mentale. Una volta rilevato un problema del genere, Apple Vision Pro va a mostrare immagini rilevanti e riproduce suoni che possono migliorare lo stato mentale di chi lo indossa.
Apple avrebbe altresì adoperato le telecamere di tracciamento oculare a infrarossi di Apple Vision Pro per rilevare il gonfiore nei vasi sanguigni degli occhi al fine di individuare un segno precoce di insufficienza cardiaca.
Inoltre, l’azienda ha esplorato l’impiego del visore per rilevare variazioni di peso e valutare il movimento degli utenti nel tempo, al fine di scovare problemi di salute quali il morbo di Parkinson, ma il tutto è stato interrotto in seguito alla rimozione delle funzioni di tracciamento del corpo a causa della scarsa affidabilità riscontrata.
Non è dato sapere se le funzioni per la salute mentale arriveranno mai su Apple Vision Pro di prima generazione o se saranno riservate ai modelli successivi, senza contare che c’è pure il rischio che possano non essere ma lanciate e che le feature che pretendono di diagnosticare o trattare problemi di salute dovrebbero venire sottoposte a studi clinici e ricevere l’approvazione da parte delle autorità sanitarie prima di venire rilasciate al pubblico.