Apple Vision Pro serve davvero?

Apple Vision Pro serve davvero?

Apple Vision Pro è arrivato sul mercato, ma serve davvero? Quanto è utile un visore di questo tipo? Cerchiamo di capirlo.
Apple Vision Pro serve davvero?
Apple Vision Pro è arrivato sul mercato, ma serve davvero? Quanto è utile un visore di questo tipo? Cerchiamo di capirlo.

Il visore per la realtà aumentata Apple Vision Pro è ufficiale e per molti rappresenta davvero il futuro delle esperienze virtuali-ibride con headset ad hoc. Oltre un milione di persone ha seguito la sua presentazione durante il keynote di apertura della Apple Worldwide Developers Conference, rimanendo ammaliate dinanzi alle potenzialità di tale dispositivo. L’innovazione che porta nel settore è evidente, considerate le specifiche tecniche di spicco, ma si tratta di un dispositivo che serve davvero? O meglio, quali sono i casi d’uso in cui può eccellere rispetto alla concorrenza? E soprattutto, il prezzo è giustificato?

La bellezza di Apple Vision Pro

È impossibile negare la bellezza sprigionata da Apple Vision Pro: sia agli occhi di chi è un semplice appassionato di tecnologia, sia per coloro che già hanno sperimentato la realtà virtuale e la realtà aumentata, per svago o per lavoro, si tratta di un visore a dir poco avanzato pronto a scuotere il mercato. Fino a oggi siamo stati abituati al dominio di Meta con la gamma Quest, sfidata poi nella realtà virtuale da marchi come HTC, HP, Samsung, PICO e anche Valve. Nella realtà aumentata, invece, il colosso di Mark Zuckerberg ha anticipato tutti con Meta Quest Pro, giudicato “eccessivo” e “inutile” al momento del lancio da diversi critici del metaverso.

Apple Vision Pro approda invece proponendosi già come l’esperienza definitiva dell’intrattenimento, in un’interpretazione sulla carta eccellente della realtà mista, detta anche mixed reality. Nessun’altra soluzione sfrutta i comandi a mano libera come nel caso del visore della mela morsicata, tantomeno dispone di un chip così potente: sotto la scocca si trova infatti l’unità M2 già vista sui Mac, accompagnata dal chip R1 progettato appositamente per Vision Pro.

Questa “coppia che scoppia” serve per alimentare le esperienze multimediali trasmesse tramite due piccoli pannelli micro-OLED con 23 milioni di pixel, supportati da un sistema di videocamere IR e illuminatori LED per tracciare i movimenti degli occhi, offrendo così il sistema di controlli più pratico possibile. Come mostrato dalla stessa Apple durante la presentazione, basta guardare un’icona per porla in rilievo e aprirla infine con un tap all’aria, in maniera simile agli smartphone.

Apple Vision Pro strizza l’occhio anche al gaming con Apple Arcade e allo streaming grazie alla partnership con Disney. Per non parlare dell’integrazione seamless con l’ecosistema Apple, che si tratti di iPhone, iPad o Mac, o delle periferiche Bluetooth come la Magic Keyboard. In definitiva, Vision Pro è un visore che spicca su più fronti, attirando designer 3D, sviluppatori e anche consumatori che desiderano un device unico per film, serie TV, videogiochi e altri contenuti multimediali d’intrattenimento.

Ma il prezzo di 3.499 dollari è davvero giustificabile?

Vision Pro

Alternative più competitive

Forte dei suoi “oltre 5.000 brevetti”, Apple ha tutto il diritto – e potere – di fissare un prezzo davvero elevato, che raggiungerà cifre ancora più alte in Europa dopo la conversione dal dollaro americano, risultando sempre meno accessibile al consumatore medio. Tuttavia, la maestosità del visore potrebbe non bastare per giustificare il suo acquisto. Del resto, esistono altre soluzioni migliori.

Ne abbiamo già parlato nel dettaglio nella nostra analisi delle alternative ad Apple Vision Pro già disponibili sul mercato: Meta Quest 2 rimane la migliore soluzione per rapporto qualità-prezzo per la realtà virtuale, ma bisogna prestare molta attenzione anche al nuovo Meta Quest 3 che definirà il futuro di VR e AR con le sue fotocamere a colori da 4 megapixel e il suo sensore di profondità. Il vero sfidante del Vision Pro resta Meta Quest Pro, concepito per un uso più tecnico e in realtà aumentata e dal prezzo comunque nettamente inferiore.

Il pubblico dovrà tenere sott’occhio soprattutto Meta Quest 3 per motivi evidenti: costa 569,99 euro e offre un’esperienza di entertainment molto vicina alla opzione Apple, seppur con un chip meno potente, uno schermo dalla qualità più bassa e senza eye-tracking. Si tratta però di compromesso facilmente accettabile nel momento in cui il costo è più basso di quasi 3.000 euro, assumendo generosamente la conversione diretta.

Con 3.500 euro si può costruire un computer fisso di fascia alta adeguato ai giochi VR più esigenti, accompagnato dal Meta Quest 3 e poi, eventualmente, da un TV 4K – magari OLED – per accedere a una postazione completa, migliore rispetto al Vision Pro. Il vantaggio di quest’ultimo, in tal caso, risulta la compattezza del dispositivo, controbilanciata dalla scarsa autonomia, ergo dalle limitazioni per l’uso prolungato.

Vision Pro per l'intrattenimento multimediale

La spinta per l’innovazione

Apple Vision Pro rimane però il simbolo dell’innovazione, del progresso, esattamente com’è l’iPhone per gli smartphone. Pur essendo un marchio status symbol, Apple ha sempre lavorato per innovare le tecnologie a nostra disposizione, lanciando dispositivi e funzionalità poi imitate da chiunque per avvicinare soluzioni meno costose agli alti livelli raggiunti dalle proposte sviluppate a Cupertino.

Nel corso dei prossimi anni assisteremo al perfezionamento dei controlli manuali senza controller per tutti i visori VR ed AR del futuro, arriveranno anche l’eye-tracking e pannelli micro-OLED. Ancora una volta, però, il pubblico dovrà ringraziare Apple per avere assunto il ruolo di apripista, del bulldozer che nella sua imponenza rimuove gli ostacoli e dà il via alla rivoluzione, rilanciando la competitività nel settore.

Le aziende che credono davvero nel metaverso indubbiamente seguiranno l’esempio di Apple, ma i consumatori come devono rispondere? Secondo i loro desideri e le loro esigenze. Apple Vision Pro serve davvero? In fondo, potrebbe rivelarsi utile solo a professionisti del design che vogliono rimanere nell’ecosistema della società di Tim Cook, ovvero ad aziende che sfruttano prevalentemente dispositivi Apple. Per l’intrattenimento esistono pacchetti di soluzioni – o anche dispositivi singoli – che deliziano l’utente portandolo in mondi virtuali unici, integrandoli anche alla realtà, molto più convenienti, e la scelta naturalmente cadrà sempre su di essi, specialmente di questi tempi.

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Pubblicato il
6 giu 2023
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