Ma chi lo ha detto che Flash sarebbe il passato del web? Steve Jobs a parte , quelli che si azzardano a dichiarare defunta una tecnologia correntemente utilizzata per la quasi totalità dei contenuti multimediali in rete non sono certo legione. E anzi cresce il fronte di chi dice no al “patto con la mela” proposto da Jobs e dichiara apertamente il proprio supporto al presunto “cadavere” di Adobe Flash. Ora come in futuro.
Nella recente eppure già logora querelle tra Apple e Adobe, a prendere le parti di Flash ci pensano ad esempio Nokia e Opera : Jon von Tetzchner, co-fondatore della software house norvegese sviluppatrice del browser più usato in ambiente mobile, ha dichiarato che Flash è “l’unica parte proprietaria del web che supportiamo”. Si tratta di una considerazione sostanzialmente in linea con quanto già espresso in precedenza dal product analyst di Opera Phillip Gronvold, che criticando Flash ne ha sottolineato l’importanza per la Internet di oggi e dell’immediato futuro.
“Anche noi supportiamo Flash”, ha tenuto poi a precisare Alberto Torres di Nokia durante l’Open Mobile Summit tenutosi a Londra. Il maggior produttore di telefonini del mondo non ha alcuna intenzione di riconvertire ad HTML 5, dalla sera alla mattina, tutti i propri gadget e smartphone.
E la riconversione forzata dettata da Cupertino non piace nemmeno ai grandi conglomerati mediatici come Time Warner ed NBC Universal, che secondo fonti citate dal New York Post si dichiarano “incoraggiati” dall’agguerrita concorrenza della Mela (Google TV da un lato e tablet di Dell, HP e altri dall’altro) e non ci stanno a seguire Apple nell’approccio manicheo (o senza Flash o niente) alle tecnologie di accesso ai contenuti in rete.
Dopotutto Flash fa la sua comparsa anche su iPhone grazie a Cloud Browser , un’applicazione presente sull’App Store (almeno per il momento) con 150mila download. Funziona da proxy di navigazione: i siti visitati attraverso un server esterno si trasformano in uno streaming di dati verso iPhone, il tutto al prezzo di una leggera riduzione del frame rate che dovrebbe essere risolta con la (prossima) versione a pagamento della app .
Alfonso Maruccia