Da poche ore è disponibile all’acquisto il nuovo Apple Watch Series 7. Sebbene alla sua ennesima generazione sia ancora fedele ai principi che lo hanno originariamente portato sul mercato, in realtà tra le maglie di questa nuova edizione si legge la conferma per cui Apple abbia definito una strada molto precisa per l’evoluzione del suo orologio intelligente. Una strada che non era scontata all’inizio, che continua a non esserlo ora, ma che lungo il proprio percorso ha seminato panico in gran parte del settore.
Apple Watch 7, oltre l’idea di orologio
Che l’Apple Watch fosse un elemento dirompente sul mercato lo si è presto capito, ma la cosa è diventata oltremodo chiara quando per la prima volta la parola “orologio” non è più stata sinonimo di “Svizzera”, ma di “Cupertino. Da anni, infatti, è Cupertino l’industria orologiaia più prolifica in termini di vendite, surclassando anche i principali marchi elvetici. In quel frangente fu superficiale il timore per cui Apple avrebbe potuto tentare la scalata all’industria del lusso e questo per un motivo chiaro: Apple non è Rolex, così come Rolex non è Apple. In quegli anni, semplicemente, Apple volò sulla Svizzera per rimbalzare verso nuovi obiettivi e oltre.
La nuova edizione dell’Apple Watch viaggia in direzione opposta a quella del lusso: nelle immagini di presentazione lo abbiamo visto tempestato di pietre, rovinosamente precipitato nella polvere, violentemente immerso in acqua. La “Series 7” (qui tutti i modelli) è sportiva e muscolare, sempre più vicina al proprio possessore e sempre più asservita al monitoraggio dei parametri fisici ed alle performance.
Tutto ciò dimostra una cosa su tutte: l’Apple Watch Series 7, più di ogni altro smartwatch oggi sul mercato, sia la lepre di un settore che ha ormai identità propria. Siamo già ben oltre la conquista dello status quo (ogni utente potrà personalizzare il proprio dispositivo con gli accessori preferiti) ed è nell’offerta digitale che si innesta invece il valore aggiunto di un device che è ormai categoria a sé, identità forte, caratterizzazione. Mettersi oggi al polso un Rolex o un Apple Watch ha significati opposti, comunica cose differenti. Non antitetiche, non più: complementari, semmai, perché la disfida è ormai metabolizzata in mercati maturi e segmentazioni di mercato nuove.
L’Apple Watch ha pesato sulle vendite di orologi svizzeri di lusso? Inevitabilmente. Ma una volta riassestati gli equilibri, ora le parti sono nuovamente ad osservarsi a distanza come alternative non in competizione diretta. Il problema per l’orologio classico, semmai, è l’impronta generazionale: tra un decennio chi sarà l’acquirente dell’orologio di lusso? Il giovane cresciuto a mele e app, cercherà in Svizzera le lancette da mettersi al polso?
Il problema dell’industria dell’orologio potrebbe non essere più piccolo e di breve periodo, quindi, ma grande e di lungo periodo. C’è tempo per reagire, ma ogni giorno che passa sarà un guaio in più.