Nei primi mesi di quest’anno Apple ci aveva abituato ad un rapido susseguirsi di novità: dall’iMac con processore Intel, ai nuovi MacBook con schermo da 13 pollici, passando per i Mac mini, i nuovi portatili professionali, l’inatteso Bootcamp, e i dovuti aggiornamenti in universal binary di tutti i software “made in Cupertino”.
Quest’ultimo periodo di calma apparente (se si esclude la rivisitazione dell’iPod U2 e un generale abbassamento dei prezzi) non fa molto bene all’immagine di Apple , tanto che il titolo in borsa ha risentito di un calo sensibile, scendendo sotto i 60 dollari dopo che in gennaio aveva superato abbondantemente gli 80.
In realtà le vendite dei nuovi Mactel stanno andando decisamente bene e il trimestre che si chiuderà a breve, nonostante un inevitabile rallentamento di crescita nel settore iPod, dovrebbe chiudersi secondo le previsioni, sostenuto dalle ottime vendite di MacBook e Mac mini.
Considerazioni economiche a parte, quando gli utenti sono a corto di novità, e si avvicinano eventi importanti – parliamo in questo caso della Worldwide Developers Conference di agosto -, cominciano a circolare le solite indiscrezioni, più o meno fantasiose e più o meno attendibili.
Se è stata definitivamente accantonata l’ipotesi di un’imminente entrata di Apple nel mondo dei cellulari (chi ancora ci crede parla di 2009, un arco di tempo durante il quale può accadere di tutto e di più), tornano invece alla ribalta due ipotesi per certi versi interessanti. La prima è quella di un iPod “full screen”, chiaramente orientato alla fruizione di contenuti video, e secondo alcuni destinato anche a compiti videoludici. Sebbene quest’ultima opzione sia molto remota, se così fosse ci troveremmo di fronte ad un possibile concorrente della PSP basato su di un capiente hard disk interno. Quest’ipotesi, secondo altre indiscrezioni, sarebbe supportata dalla recente assunzione, nella divisione iPod, di numerosi sviluppatori di software.
Sembra poi ormai certo che Apple stia cercando di stringere accordi con gli studios di Hollywood per la distribuzione di film attraverso l’iTunes Music Store. L’accordo sembra tuttavia ancora lontano: le major cinematografiche pretendono infatti guadagni maggiori, e quindi prezzi di vendita più elevati dei 9,99 dollari a film che propone Apple.
Sempre a proposito di iPod, Apple ha recentemente stretto un accordo con Nike per un sistema che, tramite un sensore inserito nelle scarpe da footing e un ricevitore wireless collegato al player, memorizza i dati dei nostri allenamenti quotidiani, che potranno poi essere trasferiti e analizzati da iTunes. Questo sistema potrebbe rappresentare il preludio all’integrazione di nuove funzionalità wireless in iPod, come ad esempio la capacità di commettersi direttamente ad Airport Express: quest’ultimo, che come noto è l’access point Wi-Fi di Apple, è dotato di uscita audio analogica e digitale (ottica), e consente di inviare la propria musica all’impianto stereo di casa attraverso un’apposita funzionalità di iTunes.
Un altro indizio del possibile rinnovamento della linea iPod, è dato da ulteriori indiscrezioni su nuovi modelli, che potrebbero essere dotati di ben 12 GB di memoria flash contro gli attuali 4 GB dell’iPod nano.
La seconda ipotesi è quella di un tablet-Mac, prodotto al quale Apple (secondo i soliti beninformati) starebbe già lavorando. L’idea è quella di un micro portatile con display touch screen da 10 pollici e hard disk ibridi, ovvero con una buona dose di memoria flash per archiviare i dati maggiormente utilizzati e velocizzare l’avvio del dispositivo. Apple potrebbe anche utilizzare hard disk normali e sfruttare una nuova tecnologia Intel (v. Robson ) che permette di integrare la memoria flash direttamente nella motherboard. Sebbene Jobs abbia dichiarato da tempo di non voler più rientrare nel settore dei dispositivi palmari, il crescente interesse verso il mondo dei device tascabili potrebbe spingere Apple ad intraprendere la strada di un computer ultraportatile. A consolidare l’ipotesi, c’è chi fa notare come l’attuale offerta comprenda dei notebook non più piccoli del MacBook da 13 pollici, mentre in precedenza c’erano sia iBook che PowerBook con schermo da 12 pollici, e diversi concorrenti hanno a listino dei computer ultraportatili con schermi da 10 pollici che riscuotono un discreto successo.
Volendo azzardare un pronostico fantasioso, si potrebbe pensare che le due ipotesi precedenti possano convergere in un unico dispositivo, oppure che l’iPod full screen di cui tanto si parla non sia un vero e proprio iPod ma un tablet-Mac, magari con schermo wide, sul quale sarebbe molto più semplice integrare tutte quelle funzionalità extra alle quali abbiamo accennato sopra: grande quantità di memoria flash, connettività wireless, capacità videoludiche e predisposizione alla visione di film (magari con uscita video per collegamento alla TV e Apple Remote Control con Front Row integrato). La scelta di un tablet-Mac eviterebbe di rivoluzionare il design dell’iPod e di tutto ciò che ruota intorno a questo mondo, ovvero le centinaia di accessori prodotti sia da Apple che da terze parti.
Secondo le voci, il rinnovamento degli iPod dovrebbe avvenire il prossimo autunno, probabilmente in occasione dell’expo europeo, e salvo sorprese (a cui Apple non sarebbe comunque nuova) eventuali nuovi prodotti potrebbero arrivare verso fine anno, se non addirittura all’expo di New York del 2007.
L’argomento principe della WWCD , che aprirà i battenti il 7 agosto, sarà Leopard, la prossima major release di Mac OS X prevista per la fine del 2006. Si è parlato più volte di una riscrittura del Finder, per renderlo più snello e per integrare nuove funzionalità; si è parlato della possibile adozione di un nuovo file-system; si è parlato della possibilità per più persone di lavorare in rete contemporaneamente allo stesso documento. In realtà, per il momento, l’unica cosa certa è che Leopard integrerà BootCamp, anche se non ben è chiaro come verrà integrato visto che Apple stessa, sulle pagine del proprio sito , sembra puntare maggiormente alla virtualizzazione di Windows dentro Mac OS X che non all’installazione di Windows come sistema nativo.
Possiamo poi supporre che, a sei anni dall’introduzione di Mac OS X (supponendo che Leopard sia commercializzato all’inizio del 2007), venga definitivamente eliminato l’ambiente classic che faceva da ponte con il vecchio Mac OS: sui nuovi Mactel non è possibile utilizzarlo, e all’uscita di Leopard è molto probabile che tutti i Mac in vendita siano equipaggiati con processori Intel.
È poi lecito attendersi che Leopard sia ottimizzato per le nuove macchine Intel-based, anche se il supporto per i Mac con processore PowerPC (PPC) continuerà ancora a lungo: non va dimenticato, infatti, che i PowerMac tuttora in vendita sono equipaggiati con processori G5 dual-core, e l’attuale Tiger gira anche su alcuni sistemi con processori G3. Sarebbe impensabile tagliar fuori in un colpo solo il supporto per G3, G4 e G5, tanto più se si considera che, per quanto bene possano andare le vendite dei Mactel, considerando la vita media di un Mac (diciamo 3 anni) e i pochi mesi di vita dei computer Apple con processore Intel (6 mesi per l’iMac, ma poco più di mese per i MacBook), i Mac con PPC rappresentano ancora la stragrande maggioranza dei Mac in circolazione, con una percentuale probabilmente compresa fra l’85 e il 90%. Percentuale che all’inizio del prossimo anno potrebbe scendere intorno al 70-75%, questo anche in funzione agli sviluppi dell’hardware che si avranno nei prossimi mesi.
Parlando di hardware, non possiamo non notare come quest’anno la WWDC sia stata ritardata all’incirca di un paio di mesi, avvicinandola così al lancio dei nuovi processori Core 2 Duo di Intel. Proprio questa coincidenza lascia supporre che nel contesto della WWDC verranno lanciati Power Mac equipaggiati con i nuovi arrivati di casa Intel, anche se è difficile immaginare che la transizione si concluda in tempi così stretti. La conversione del software in formato Universal Binary procede a ritmi elevati (grazie anche alla forzatura dei tempi attuata da Apple), ma alcuni software chiave sono ancora riservati ai possessori di hardware PPC: in alcuni casi il problema è limitato al rallentamento introdotto da Rosetta, mentre in altre situazioni (fortunatamente poche) sussiste l’impossibilità di tradurre determinate istruzioni e quindi di eseguire alcuni software. Una possibilità potrebbe essere l’introduzione di nuovi Power Mac Intel-based che vadano ad affiancare gli attuali Power Mac G5. In questo modo si lascerebbe ai professionisti la possibilità di scegliere la propria macchina ideale in funzione delle applicazioni che dovranno utilizzare.
In ogni caso a partire dal prossimo anno, e contestualmente all’introduzione di Leopard, con tutta probabilità saranno in vendita solo Mac con processori Intel. Nel frattempo c’è chi spera che i 64 bit facciano il loro ingresso anche nei MacBook Pro, in modo tale da giustificare pienamente il passaggio ad Intel, visto che l’impossibilità di utilizzare un G5 a 64 bit nei PowerBook è stata una delle ragioni più forti che hanno indotto Apple ad abbandonare il PowerPC.
Domenico Galimberti
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