Anche se i lavori sono stati rallentati dalle pressanti attività di lobbying, la Commissione Giustizia della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato cinque delle sei proposte di legge antitrust presentate la scorsa settimana. La sesta proposta (State Antitrust Enforcement Venue Act), presentata all’inizio di maggio, evita che il trasferimento di un caso da un tribunale all’altro avvenga in ritardo e con costi maggiori.
Approvazione bipartisan: big tech temono il peggio
La discussione è iniziata mercoledì mattina ed è proseguita per quasi 20 ore. Lo scopo delle sei proposte di legge è vietare alle big tech l’uso di condotte anticoncorrenziali che avvantaggiano i loro prodotti e servizi, danneggiando le altre aziende. Contrariamente a quanto ipotizzato finora, durante il dibattito in aula è stato sottolineato che quattro proposte di legge riguardano anche Microsoft, oltre che Amazon, Apple, Facebook e Google, in quanto soddisfa i parametri specificati (capitalizzazione di mercato di almeno 600 miliardi di dollari, almeno 50 milioni di utenti attivi al mese e almeno 100.000 utenti business al mese).
Secondo Bloomberg sono state esaminate e approvate cinque proposte di legge. L’ultima da approvare è anche la più pericolosa per le big tech, ovvero quella denominata Ending Platform Monopolies Act, in quanto prevede la promozione della concorrenza attraverso l’eliminazione dei conflitti di interesse. Ciò significa che le aziende non possono utilizzare la loro posizione dominante per ostacolare i rivali. Amazon dovrebbe, ad esempio, vendere la divisione dei servizi logistici, mentre Apple dovrebbe consentire l’installazione delle app da store alternativi.
Ovviamente le sei proposte diventeranno leggi solo dopo l’approvazione del Senato. Ma il fatto che ci sia un’intesa bipartisan (Democratici e Repubblicani) dovrebbe rappresentare un “pericolo” per le big tech.
Aggiornamento (25/06/2021): anche la sesta proposta di legge è stata approvata. L’elenco completo è disponibile sul sito della Commissione Giustizia. Ora dovranno essere approvate dalla Camera dei rappresentanti e successivamente dal Senato.