Archiviata l'accusa di stupro per Assange, ma la libertà è lontana

Archiviata l'accusa di stupro per Assange, ma la libertà è lontana

Sul fondatore di WikiLeaks non grava più l'accusa di stupro. Il caso è stato archiviato da parte delle autorità svedesi, ma la situazione rimane comunque complicata. Spionaggio e tradimento sono macchie su cui gli USA di Trump non transigono
Sul fondatore di WikiLeaks non grava più l'accusa di stupro. Il caso è stato archiviato da parte delle autorità svedesi, ma la situazione rimane comunque complicata. Spionaggio e tradimento sono macchie su cui gli USA di Trump non transigono

Su Julian Assange non grava più l’accusa di stupro che da sette anni a questa parte ha rappresentato la sua spada di Damocle, l’unica per la verità, considerando che l’amministrazione Obama decise di non incriminarlo per la diffusione dei documenti protetti dal segreto di stato. Con l’ archiviazione del caso da parte delle autorità svedesi , Assange è libero di abbandonare l’ambasciata dell’Ecuador a Londra , la sua residenza obbligata dal 2012 come confermato dal suo difensore Per E. Samuelsson all’emittente Radio Svezia.

Assange

I toni di esultanza di Assange su Twitter sono cauti. “Sono stato detenuto per 7 anni senza un’accusa, mentre i mie figli crescevano e il mio nome veniva diffamato. Non perdono, né dimentico”, seguito da “È una vittoria per me e per i diritti umani”, ma “la battaglia per ottenere giustizia è appena cominciata”.
A livello legale sembra dunque che la situazione sia lontana dall’essere considerata un trionfo, correndo sul filo del rasoio della legge. Nell’accogliere l’archiviazione del caso che vede Assange accusato per stupro su richiesta della difesa, infatti, la procura ha precisato che il processo potrebbe essere riaperto se il fondatore di WikiLeaks dovesse tornare in Svezia prima del 2020 , anno in cui il reato cadrà in prescrizione.

Come se non bastasse Scotland Yard si dice pronta a procedere alla sua cattura qualora il rifugiato politico dovesse abbandonare l’ambasciata fino a che non sarà ufficialmente ritirato il mandato di cattura internazionale (ricordando che comunque sulla sua testa pesa il mancato rispetto di quanto deciso da un tribunale circa la sua estradizione, reato punibile fino ad un anno di carcere). Ad aprile il capo della CIA Mike Pompeo ha fatto sapere che sulle responsabilità di Assange non si può transigere . WikiLeaks viene considerata un’organizzazione di intelligence ostile rea di aver diffuso documenti top secret. Spionaggio e tradimento sono accuse che pesano fortemente , specialmente da quando a marzo sono state pubblicate migliaia di pagine provenienti direttamente dagli archivi dell’intelligence USA in più tranche, raccolte tutte sotto il nome di Vault7 . Appare evidente quindi che la situazione continua ad essere controversa.

È la stessa madre di Julian ad aver chiesto al primo ministro australiano di intervenire affinché interceda per il figlio (ricordiamo che Assange è cittadino australiano) e lo aiuti a trovare l’agognata libertà. Più drastici i toni dei legali di Assange: “il governo australiano si è lavato le mani sul caso Assange molto tempo fa, ora è tempo che sia coinvolto”. Nel frattempo è arrivato un messaggio solidale da parte dell’ Ecuador che per voce del cancelliere Guillaume Long si dice pronto ad accogliere Assange : “il governo dell’Ecuador sollecita le autorità del Regno Unito affinché concedano il salvacondotto che permetterebbe al cittadino Julian Assange di sfruttare il suo asilo in Ecuador, concesso nell’agosto 2012 e riafferma che la protezione dello stato dell’Ecuador proseguirà fino a che continueranno le circostanze di prosecuzione politica”.

Sembra che l’ opera di screditamento di WikiLeaks e del suo creatore non abbia sortito negli anni l’effetto sperato. Nel 2008 il Pentagono ci aveva provato con un documento confidenziale “Cyber Counterintelligence Assessments Branch” di fatto “calmierato” dall’intervento di Barack Obama che in più occasioni ha ricordato l’ importanza della libertà di parola e stampa come sancito dal primo emendamento. Questo intervento politico ha di fatto garantito il salvataggio di WikiLeaks e ha costituito un’ala protettrice per Assange.

Solo qualche giorno fa la notizia circa la scarcerazione dell’ex soldato statunitense Chelsea Manning ha occupato i titoli della stampa di tutto il mondo. Manning “talpa della CIA”, condannato a 35 anni di carcere per aver fornito a WikiLeaks documenti riservati, è oggi un uomo libero . La grazia a quello che Trump ha definito un “traditore ingrato”, è stata concessa a gennaio ancora una volta da Barack Obama dopo l’ annuncio di Assange: “Mi consegno agli USA se Obama grazia Chelsea Manning”. Dalla dichiarazione pubblicata su Justice4assange.com firmata dallo stesso Assange, la volontà di continuare a lottare emerge chiara e allontana l’ombra di eventuali pressioni politiche. Dopotutto l’amministrazione Trump ha altro a cui pensare .

Mirko Zago

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Pubblicato il
23 mag 2017
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