Roma – Una storia dal sapore filippino quella che è arrivata nelle scorse ore dall’Argentina. Proprio come nelle Filippine, dove risultava impossibile perseguire gli autori di un virus informatico, in Argentina si è stabilito che per il momento non c’è modo di trascinare in tribunale gli autori di un web-defacement.
L’azione di intrusione in un server web e la modifica della home page di un sito, infatti, non è contemplata dall’attuale normativa e, dunque, non è possibile condannare l’autore di azioni di questo tipo.
Per questa ragione il team di cracker noti come X-Team, accusati di essere entrati sul web della Corte Suprema dell’Argentina e di aver modificato alcuni dei contenuti presenti su quel sito, non saranno processati. X-Team aveva inserito su quel sito accuse alla Corte, sostenendo che non si stava occupando a dovere dell’omicidio di un giornalista, Jose Luis Cabeza.
Il magistrato che si è occupato del caso ha precisato che, attualmente, la legge argentina punisce atti criminosi commessi ai danni di “persone, animali e cose” ma non contro sistemi elettronici….
Va detto che il giudice si è trovato a lavorare su un episodio che risale al 1998 e che nella sua sentenza ha messo l’accento proprio sulla mancanza di leggi adeguate nella materia.