Caricando un video su YouTube, con tutta probabilità verrà elaborato da Argos, un nuovo chip custom messo a punto da Google appositamente a tale scopo. Ce ne sono già migliaia al lavoro nei data center che compongono l’infrastruttura cloud di bigG. Il gruppo di Mountain View ne ha parlato per la prima volta questa settimana, in occasione della conferenza virtuale ASPLOS 2021.
I video caricati su YouTube, dati in pasto ad Argos
Il principale beneficio derivante dall’impiego del nuovo hardware, definito una Video Coding Unit, riguarda l’efficienza in termini di prestazioni: dalle 20 alle 33 volte in più rispetto a quelli standard. Processando un filmato in alta risoluzione, 4K e oltre, il risultato viene messo a disposizione degli utenti attraverso la piattaforma nelle ore immediatamente successive.
Quella a cui Google fa riferimento è in realtà la seconda generazione di Argos. La prima è stata messa a punto nel 2015 da un team composto da circa 100 ingegneri capitanato da Scott Silver. Di seguito le sue parole.
Gli utenti pagano per la banda, in un modo o nell’altro. Il nostro obiettivo è assicurarci che possano godere della migliore qualità video possibile, indipendentemente dal dispositivo.
Per capire quale sia il carico di lavoro a cui sono sottoposti i server di YouTube, citiamo un solo dato: gli upload sono arrivati a toccare quota 500 ore di filmati ogni minuto. I file devono per forza di cose essere elaborati in modo da convertirli in diversi formati (360p, 720p, 1080p e così via) e adattati a molte tipologie di schermi.
Ogni unità Argos è composta da dieci moduli e bigG ne abbina due per ogni postazione delegata alle operazioni di codifica. Garantito il pieno supporto alla tecnologia AV1 proposta dalla Alliance for Open Video che riunisce tra gli altri Mozilla, Cisco, Microsoft, Amazon, Netflix, Apple e la stessa Google, seppur con modalità differenti.