ARM sta tentando di ampliare il mercato dei suoi processori al di là del settore mobile ed embedded, penetrando in segmenti oggi dominati, per la maggior parte, dalle architetture x86. Oltre a netbook e PC small-form factor, l’azienda inglese guarda con estremo interesse anche ai server , dove intende far leva sui suoi processori multicore di ultima generazione.
“Tradizionalmente le implementazioni dell’architettura ARM hanno da sempre favorito il risparmio energetico sulle performance, ma le cose stanno cambiando” ha affermato Warren East, CEO di ARM Holdings. “La CPU ARM multicore di ultima generazione è in grado di raggiungere frequenze di clock fino a 2 GHz. Per utilizzare un simile processore in ambito server è sufficiente abbinarlo a interfacce di comunicazione ad alta velocità”.
Il boss dell’azienda di Cambridge si aspetta che i primi server ARM-based arrivino sul mercato entro i prossimi 12 mesi . Chiaramente ARM non può pensare di rivaleggiare con Intel e altri produttori di CPU nel settore dei server di fascia alta, quanto meno non nel breve o medio termine. L’ambito a lei più congeniale è oggi senza dubbio quello dei server specializzati (stampa, file ecc) e dei server blade , eventualmente abbinati a tecnologie di clustering che rendano possibile aggregarne le risorse di calcolo. Quello dei server small-form factor e a basso consumo è per altro un segmento in pieno boom, soprattutto per via dei crescenti costi legati all’energia e alla refrigerazione dei datacenter.
Dal momento che ARM si limita a vendere proprietà intellettuali, e non possiede alcuna fabbrica di chip, le sue strategie sono necessariamente vincolate a quelle dei suoi partner , ossia ad aziende che, come Qualcomm, Freescale, Samsung, Marvell e Texas Instruments, implementano i design di ARM e li trasformano in prodotti finiti. A tal proposito Softpedia ricorda come ARM mirasse al mercato server già nel 2008, “ma da allora nessuno dei suoi partner ha fatto alcuna mossa per realizzare questo piano”. Ma oggi i produttori di chip ARM hanno a disposizione qualcosa che due anni fa non avevano.
“Diversi produttori stanno sperimentando l’integrazione di più core ARM su un singolo chip” ha spiegato East. “Ora possono farlo utilizzando il nostro processore A9 a 2 GHz a quattro core”. Una soluzione quad-core di questo genere dovrebbe fornire una discreta potenza di calcolo a fronte di consumi energetici estremamente più bassi rispetto a quelli di Xeon e Opteron.
ARM ha presentato il Cortex-A9 , nome in codice Osprey , lo scorso settembre. All’epoca spiegò che tale design, basato sulla tecnologia di processo a 40 nanometri di TSMC, sarà in grado di supportare fino a 8 core a 2 GHz e fornire un rapporto performance/watt fino ad otto volte superiore a quello di un Atom di prima generazione. E così come Atom è il chip con cui Intel spera di aprire una breccia nella fortezza costruita da ARM sul mercato dei dispositivi mobili, Cortex-A9 è la CPU con cui ARM tenterà di insinuare le proprie radici tra le pieghe del mercato PC e server.
Alessandro Del Rosso