Un gioco innocente, che forse le è sfuggito di mano: dopo aver mandato foto a luci rosse ai suoi compagni di scuola, una ragazzina è finita nei guai con la legge . È successo a Newark, Ohio: la 15enne è stata arrestata venerdì scorso all’uscita dalla scuola. L’accusa non sembra disposta a fare sconti: nonostante la giovane età, l’adolescente rischia di finire nella lista di sex offender per molto tempo.
Ad iniziare la serie di eventi che hanno portato all’arresto della ragazzina, proprio le politiche anti-pedopornografia adottate dalla sua scuola, la Licking Valley High School: il fatto è venuto alla luce dopo che un procuratore locale ha fatto tappa nella scuola per informare gli studenti dei rischi che si corrono mandando foto porno tramite cellulare. Uno dei compagni di classe dell’imputata ha quindi raccontato ai genitori delle immagini hard mandategli dalla sua compagna di classe. E i suoi genitori hanno provveduto immediatamente ad informare la scuola dell’accaduto: da lì alla denuncia alla polizia è stato un attimo.
Un weekend infausto quello della giovane studente, trattenuta dagli agenti nel dipartimento di giustizia minorile. I capi d’accusa sono quelli di utilizzo illegale di materiale a sfondo sessuale e detenzione di oggetti criminosi. A nulla è valso spiegare che le foto inviate ai suoi compagni di classe ritraevano nient’altro che se stessa e il rifiuto dei capi d’accusa. La legge parla chiaro: in caso di condanna, la ragazzina potrebbe essere schedata nelle liste di sexual offender per un periodo fino ai 20 anni. Comunque, vista la giovane età della vittima, la difesa si aspetta un trattamento più morbido da parte del giudice.
“C’è una parte della sezione giovanile di una proposta di legge in discussione al senato in cui si chiede che, se per il ragazzo si tratta del primo caso di molestie sessuali e l’imputato ha un’età di 14 o 15 anni, il giudice possa decidere di non iscriverlo nel registro dei sex offenders” – dichiara Jennifer Brindisi, portavoce dell’Ufficio di Identificazione Criminale e Investigazione dell’Ohio. “Di sicuro si è trattato di un atto illegale – ribatte Jay Hottinger, deputato dell’Ohio – chiaramente inaccettabile, e quindi gravido di conseguenze, ma dobbiamo assicurarci che la punizione inflitta sia ragionevole”.
In attesa di ulteriori sviluppi, la ragazzina è stata posta agli arresti domiciliari, con espresso divieto di accedere ad un telefono cellulare o al web senza la supervisione di un adulto, e solo per motivi inerenti all’educazione scolastica. A temere sono ora i compagni di classe dell’imputata: stando alla legge, le conseguenze del suo gesto potrebbero abbattersi anche su chi quelle immagini le ha ricevute. Per il momento nulla di ufficiale, ma c’è chi dice che le autorità stiano vagliando anche questa ipotesi.
La notizia ha subito fatto il giro del web e soprattutto della blogosfera: in molti si dicono esterrefatti per le accuse piombate sulla giovane. “Una legge creata per proteggere i minori dallo sfruttamento degli adulti è adesso utilizzata per incriminare un minore per averlo fatto su se stesso” commenta Cliff Waldron sul suo blog. “Quello che intendono dire è che la ragazzina non ha le capacità legali per essere consenziente, anche se è lei a condurre il gioco della seduzione. Ciò mi confonde. Devono esserci un sacco di ragazzi in Ohio intenti a chiudere a doppia mandata la porta del bagno, pur di non essere etichettati come predatori sessuali” continua.
Effettivamente la legge americana in proposito appare molto macchinosa e severa. Secondo molti condannare un ragazzino per una bravata è forse un tantino esagerato. Ma la legge è legge, in Ohio così come in Australia : negli ultimi tempi sono stati numerosi gli adolescenti finiti nei guai per aver messo in giro scatti osé nella cerchia di amici o di compagni di classe. La materia è delicata, forse proprio perché è difficile scindere il sottile diaframma che separa il gioco provocatorio tra adolescenti dal reato vero e proprio.
Vincenzo Gentile