Il Security Service of Ukraine (SSU) ha arrestato un hacker che forniva assistenza tecnica ai militari russi attraverso il routing delle chiamate telefoniche. Il servizio di sicurezza ha pubblicato sulla pagina Facebook, sul profilo Twitter e sul canale Telegram le immagini del soggetto in manette e delle apparecchiature utilizzate. Ciò dimostra che la Russia non ha fornito ai militari un sistema di comunicazione cifrato.
Arrestato hacker “centralinista”
Durante l’attacco alla città di Kharkiv, i militari russi hanno distrutto le torri 3G che servivano per le chiamate telefoniche, causando quindi l’interruzione del loro sistema di comunicazione cifrato (noto come Era). Ciò ha permesso all’intelligence dell’Ucraina di intercettare le chiamate, tra cui quella avvenuta tra due agenti dell’FSB che confermavano l’uccisione del generale Vitaly Gerasimov.
Gli operatori telefonici hanno bloccato le chiamate provenienti da numeri russi e bielorussi, quindi i militari hanno iniziato ad usare i dispositivi rubati ai cittadini ucraini. Il soggetto arrestato dalla SSU svolgeva il ruolo di “centralinista”, smistando le chiamate mediante una SIM box (a sinistra nell’immagine all’inizio dell’articolo) che può gestire fino a 128 SIM card, due gateway GSM e un software specifico. Il sistema è stato usato anche per inviare SMS ai militari e ai civili ucraini per suggerirgli di arrendersi.
Ciò spiegherebbe il motivo per cui le rete cellulari dell’Ucraina sono ancora funzionanti. Un esperto di cybersicurezza ha tuttavia evidenziato che un simile sistema non protegge le comunicazioni, in quanto è piuttosto semplice intercettare le chiamate. Il servizio di sicurezza ucraino ha comunicato che l’hacker verrà giudicato con la massima severità perché è responsabile della morte di decine o centinaia di ucraini.