Ha seguitato a spiare gli utenti di macOS per più di 13 anni per mezzo del malware FruitFly , ma alla fine è stato beccato: Phillip Durachinsky , ventottenne dell’Ohio, è ora in mano al Dipartimento di Giustizia dopo essere stato arrestato dall’FBI. L’accusa: aver osservato da remoto la vita privata di migliaia di americani utenti di Mac, e di averlo fatto con lo scopo dichiarato di violare l’intimità dei proprietari dei sistemi infetti.
Scoperto nel 2017, FruitFly è una vera e propria backdoor gestita da remoto con la capacità di attivare la videocamera e il microfono presenti sul Mac infetto, salvare informazioni, video e persino controllare completamente il PC bersaglio.
Sin dall’inizio i ricercatori avevano evidenziato la complessità delle funzionalità del malware, molto più adatte a un attacco APT (Advanced Persistent Threat) condotto da intelligence di stato piuttosto che a un cyber-criminale comune. Nonostante questo, però, le caratteristiche dell’infezione lasciavano intendere che l’autore era interessato a uno “spionaggio” di tipo voyeuristico e poco altro.
L’accusa formulata dalle autorità USA conferma ora questa tendenza da voyeur, parlando di Durachinsky impegnato a prendere note accurate sulle sessioni di spionaggio e a farsi comunicare dal malware i casi in cui gli utenti infetti si mettevano alla ricerca di materiale pornografico in rete. FruitFly, inoltre, era una minaccia in grado di infettare anche i PC Windows e non solo i Mac.
L’ accusa più infamante per Durachinsky è sicuramente quella di aver realizzato materiale pedo-pornografico , un’attività che fra il 2011 e il 2017 ha visto l’uomo impegnato con uno o più minori nella messa in pratica di “pratiche sessuali esplicite”. Le suddette pratiche sarebbero state filmate e poi condivise con altri.
La vicenda FruitFly e l’arresto di Durachinsky rappresentano l’ ennesimo monito sulla “sicurezza” del tutto immaginaria dell’ecosistema Mac, una piattaforma i cui utenti sono messi paradossalmente molto peggio dal punto di vista dei rischi di infezione a causa di una superiorità percepita – e nei fatti assolutamente inesistente – rispetto ai sistemi operativi concorrenti.
Alfonso Maruccia