Fenomeno che ben descrive il nostro tempo, punto d’incontro tra esigenza di alimentare il proprio ego e forma involontaria di autoconoscenza, il selfie è oggi protagonista di un’iniziativa messa in campo da Google Arts & Culture con un duplice scopo: avvicinare all’esplorazione dell’immenso archivio di opere ospitato dalla piattaforma e mostrare le potenzialità degli algoritmi di machine vision fin qui sviluppati.
Art Selfie
L’applicazione ufficiale del progetto, in download gratuito per Android e iOS, introduce una funzionalità chiamata Art Selfie. Il nome è già di per sé piuttosto esplicativo per capire cosa sia: ci si scatta un autoritratto e il software analizza in modo del tutto automatico la conformazione del viso, incrociando le informazioni ottenute con quelle dei dipinti presenti nel database. Pochi secondi e si ottiene in risposta una serie di corrispondenze, con tanto di titolo e descrizione dell’opera, link per accedere ad approfondimenti e l’immancabile pulsante per la condivisione immediata sui social o via chat.
A dire il vero non si tratta di una feature inedita, sebbene il debutto ufficiale in Italia avvenga solo oggi. Se ne è parlato già all’inizio dell’anno, con l’avvio del rollout oltreoceano e il tam tam virale legato allo sharing delle immagini da parte di alcune celebrità.
Pochi secondi dopo aver acquisito il selfie nella parte alta del display compariranno cinque icone relative ad altrettante opere: selezionandone una viene mostrata la percentuale di corrispondenza, una stima della somiglianza, come nell’esempio allegato di seguito.
Machine learning e machine vision
Art Selfie non è che l’ennesima dimostrazione concreta dell’evoluzione del sistema di machine vision sviluppato dal gruppo di Mountain View, lo stesso su cui basa il proprio funzionamento una tecnologia come quella di Google Lens che permette all’utente di ottenere informazioni su qualsiasi cosa lo circonda semplicemente inquadrandolo con la fotocamera dello smartphone, sia esso un monumento, un luogo, un animale, una pianta o un prodotto.
Stando a quanto si legge sul blog ufficiale, fino ad oggi nel mondo sono stati scattati oltre 78 milioni di Art Selfie e il numero è inesorabilmente destinato a crescere con il debutto della feature in nuovi paesi. Le immagini potranno essere impiegate da Google, oltre che per restituire all’utenza il suo sosia pescandolo dalle opere esposte in oltre 1.200 musei di tutto il pianeta, anche per istruire e perfezionare ulteriormente i propri algoritmi.