In estate il Design Museum di Londra ospiterà una mostra di Ai-Da. Come si può intuire già dal nome non si tratta di un artista in carne e ossa, bensì di un robot gestito da un’intelligenza artificiale istruita appositamente per creare opere pittoriche.
L’artista robot Ai-Da in mostra a Londra
Non esattamente qualcosa di mai sperimentato prima, ma a rendere l’iniziativa particolare è l’approccio adottato: l’IA elabora quanto osservato attraverso i propri “occhi”, sensori del tutto simili a quelli impiegati in fotocamere o videocamere, per poi riprodurlo non in digitale, ma su un supporto coordinando il movimento del suo braccio alla cui estremità si trova talvolta una matita, talvolta un pennello. Un esempio nel filmato di seguito in cui Ai-Da è impegnata con un ritratto.
In alcune occasioni è stato chiesto al robot di spingersi oltre ed eseguire autoritratti, ma in che modo? Attraverso lo stesso metodo, in modo del tutto simile a quanto potrebbe fare un pittore guardandosi allo specchio oppure osservando una propria rappresentazione. I risultati saranno esposti nelle sale della mostra organizzata a Londra per la prossima estate.
Visualizza questo post su Instagram
La mente (umana) dietro al progetto è quella di Aiden Meller, direttore dell’omonima galleria di Oxford. I dipinti di Ai-Da sono stati descritti come caratterizzati da uno stile “shattered” ovvero frantumato, distrutto.
Visualizza questo post su Instagram
In molti non ritengono un automa o comunque un algoritmo in grado di esprimere la propria creatività in quanto esso stesso risultato di una programmazione, regolato dall’esecuzione di un codice, ma con l’avvento delle ultime evoluzioni nel territorio dell’intelligenza artificiale, in particolare con il machine learning, alcuni paletti o limitazioni potrebbero venir meno. Quel che è certo è l’interesse mosso da iniziative di questo tipo: già un paio di anni fa le opere di Ai-Da sono state vendute per oltre un milione di dollari.