Ore 14.33 italiane del 29 agosto: è quando terminerà il conto alla rovescia, meteo permettendo, per il lancio di Artemis 1. Il contatore è già scattato nel Kennedy Space Center di Cape Canaveral per proiettarci nella prima missione senza equipaggio di un programma destinato a riportare l’uomo sulla Luna.
Alto 111 metri e dal diametro di 8,4, Space Launch System (SLS) è il più grande razzo mai costruito e decollerà dalla rampa 39B del Kennedy Space Center, da dove partì la decima missione del programma Apollo.
Dopo aver rilasciato dieci piccoli satelliti, SLS si muoverà verso l’orbita del nostro satellite, dove arriverà nel giro di una settimana. Una volta effettuati alcuni passaggi radenti, definiti in gergo “flyby“, il 10 ottobre tornerà sulla Terra dove la capsula Orion, destinata ad ospitare in futuro quattro astronauti, ammarerà nell’Oceano Pacifico, al largo di San Diego.
Artemis 1, quando torneremo sulla Luna con le successive missioni del programma
Come visto, quindi, Artemis 1 si limiterà a sorvolare la Luna, pur dandoci la possibilità di avere immagini ad altissima definizione e a distanza ravvicinata che promettono di essere mozzafiato. È solo l’inizio di un programma che prevede altre missioni: la più importante, Artemis 3, è prevista nel 2025 e porterà la prima donna e il tredicesimo uomo sul suolo lunare.
Lo scopo a lungo termine è quello di portare poi altri equipaggi per restarci, come ha da tempo annunciato la NASA. Dal luglio del 1969 al dicembre del 1972 i dodici uomini che hanno camminato sul nostro satellite sono rimasti per pochi giorni: ora si vuole prolungare il “soggiorno”.
Gli equipaggi avranno il compito di gettare le basi per costruire un avamposto stabile, che possa far da supporto per i futuri viaggi dell’uomo verso Marte.
La missione, che ha un’enorme importanza per gli Stati Uniti per ridare alla NASA il ruolo di assoluta protagonista dello spazio, è di grande valore anche per l’Europa, che riveste un ruolo molto importante per la buona riuscita del programma.
Josef Aschbacher, direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea, ricorda infatti che l’ESA partecipa a tutte le tappe del programma, realizzando il Modulo di Servizio Europeo per la capsula Orion, con alcuni elementi progettati in Italia dalla Thales Alenia Space e, in futuro, anche la possibilità per tre astronauti europei non solo di viaggiare nell’orbita lunare ma anche, probabilmente, di camminare sul satellite.