L’attività di lobbying avviata da Blue Origin ha dato i suoi primi frutti. Il Senato degli Stati Uniti ha infatti approvato un emendamento all’Endless Frontier Act che dovrebbe consentire alla NASA di ricevere altri 10 miliardi di dollari per la missione Artemis III del 2024 e quindi di scegliere un secondo lander lunare.
Human Landing System: Blue Origin torna in corsa?
Lo scontro tra l’azienda di Jeff Bezos e la NASA ha avuto origine quando l’agenzia spaziale ha scelto lo Starship di SpaceX come HLS (Human Landig System), ovvero il lander che riporterà l’essere umano sulla Luna a distanza di oltre 50 anni dall’ultima missione Apollo. La NASA doveva scegliere due lander, ma il contratto da 2,9 miliardi di dollari è stato assegnato solo a SpaceX per mancanza di fondi. Blue Origin ha contestato la decisione e presentato un ricorso. L’esecuzione del contratto è stata quindi sospesa.
Se il Government Accountability Office darà ragione a Jeff Bezos si dovrà iniziare tutto daccapo con il rischio di non rispettare la roadmap del 2024. Gli avvocati di Blue Origin spingono per una soluzione “amichevole”, ovvero scegliere un secondo lander. Ecco il motivo per cui la senatrice democratica Maria Cantwell ha proposto l’emendamento approvato dal Senato, insieme al senatore repubblicano Roger Wicker. I 10 miliardi di dollari che il governo dovrebbe assegnare alla NASA sarebbero sufficienti per due contratti (SpaceX e Blue Origin) fino al 2026.
Anche SpaceX ha iniziato la sua attività di lobbying, distribuendo un documento in cui si afferma che i 10 miliardi di dollari sono un “regalo” a Blue Origin e che il programma Artemis si trasformerà in anni di contenziosi legali. Nel documento è scritto inoltre che l’azienda di Bezos ha già ricevuto oltre 778 milioni di dollari da NASA, Air Force e Space Force dal 2011, ma non ha prodotto un singolo razzo o veicolo spaziale in grado di raggiungere l’orbita.
L’emendamento approvato al Senato deve essere approvato anche al Congresso. Non è noto quando verrà sottoposto alla votazione.