Il rapporto tra arte e intelligenza artificiale fino a oggi si è dimostrato conflittuale, in quanto l’IA generativa potrebbe sostituire gli artisti in un batter di ciglia, a seconda della rapidità di adozione e sviluppo di algoritmi per la generazione di immagini da prompt testuali. Strumenti come Bing Image Creator o i più blasonati Midjourney e Stable Diffusion vengono ritenuti un pericolo da molti artisti…o forse no? Il problema tra creatività e copyright visto nel rapporto tra musica e IA sussiste anche per la fotografia? O meglio, il problema si pone per l’arte in toto? Alcuni artisti hanno firmato una open letter sostenendo la bontà dell’IA generativa, ma attenzione.
Artisti sostengono l’IA generativa: che succede?
L’open letter pubblicata da Creative Commons e firmata da un gruppo di artisti è riassumibile come segue: l’IA, il deep learning e gli algoritmi possono essere usati come strumenti per la creazione di musica e immagini o arte per vari media, ma solo nel caso in cui sussista una collaborazione tra software engineer e artisti, per guidare lo sviluppo e la regolamentazione delle IA.
L’obiettivo è abbassare le barriere nella creazione artistica, tutelando al contempo gli artisti più abili ed evitando il furto di dati e opere tramite l’apprendimento automatico: “Vediamo un’opportunità unica in questo momento per modellare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa in modo responsabile. Le ampie preoccupazioni espresse oggi riguardo al lavoro artistico umano non possono essere ignorate. Troppo spesso, le grandi aziende e altre entità potenti utilizzano la tecnologia in modi che sfruttano il lavoro degli artisti e minano la nostra capacità di guadagnarci da vivere. Se si cerca di garantire che la traiettoria rivoluzionaria dell’IA generativa porti benefici all’umanità nel suo insieme, sarebbe una grave svista escludere coloro che nella nostra società lavorano entro il suo potenziale e i suoi limiti”, si legge.
La lettera, quindi, critica sia l’uso eccessivo dell’IA, sia gli artisti convinti oppositori di tali strumenti, in quanto si tratta di due estremi dai quali bisogna distaccarsi al fine di trovare un equilibrio ideale. In chiusura si legge che, per i firmatari, i tool IA sono “potenzianti ed espressivi”, utili non per duplicare, ma per creare nuove esperienze e trasformare l’arte.