È stata una giornata particolare per Internet in Italia: un principio di incendio scatenatosi alle cinque di mattina ha compromesso tre sale server di Aruba, che, con 3.000 mq di datacenter e oltre 10.000 server gestiti, rappresenta il più grande provider italiano.
Durante l’intera giornata tanti siti (Aruba dichiara di mantenere 1,5 milioni di domini ) non sono risultati accessibili, e di fatto si può parlare del più importante black-out della rete italiana , con propaggini anche in Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca: i siti coinvolti spaziano dal Corriere di Ragusa , al sito di Formigoni , passando per la Federazione Italiana American Football ( FIDAF ) che rischia di avere problemi organizzativi per la prossima giornata di campionato.
Il principio di incendio scatenatosi nella sede aretina dei server di Aruba ha tenuto i pompieri impegnati fino alle 8:00 di mattina e ha causato lo spegnimento automatico e complessivo della struttura : i siti e i servizi offerti sono dunque risultati tagliati fuori dalla Rete.
Solo un cinguettio di un account Twitter ricondotto ad Aruba dava conto dell’incendio divampato assicurando peraltro della sicurezza delle sale dati , quelle con i server ospitanti i servizi di hosting e hosting dedicato e con i servizi accessori (dalla PEC ai DNS) offerti dall’azienda. Nonostante ciò le webmail del provider, secondo alcuni utenti, sono risultate nella giornata fuori servizio.
Note da parte di Aruba sono apparse sul suo sito di assistenza a partire dalle 11:25.
Le operazioni di ripristino solo verso le 12:30 hanno ristabilito l’operatività di due sale su tre , mentre per la terza si è dovuto attendere fino alle 14:40. Restano per il momento in sospeso i servizi UPS, ovvero quelli che servono a garantire la continuità energetica del servizio e ad evitare disservizi in caso di problemi con la fornitura elettrica, che a quanto pare sarebbero proprio l’origine del problema di oggi.
Smorzate le fiamme divampano le polemiche : Adoc e Codacons si sono attivate per valutare l’opportunità di una class action, un’azione collettiva per permettere agli utenti danneggiati di richiedere un risarcimento danni.
“Si tratta – spiega il Codacons – di un danno economico enorme, soprattutto per chi lavora con la posta elettronica e per chi gestisce la propria attività attraverso il web.” Sulla stessa anche il presidente Adoc Carlo Pileri: “Da questa mattina stiamo ricevendo migliaia di chiamate e segnalazioni da parte di utenti danneggiati dal blackout dei server della società Aruba. Molti siti di e-commerce e servizi al pubblico sono inattivi da almeno 12 ore, causando un danno da milioni di euro. Consigliamo pertanto agli utenti interessati di inviare la documentazione, con annessa quantificazione, del danno subito alla società Aruba e all’Adoc per conoscenza.”
Claudio Tamburrino Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa con il quale Aruba ha spiegato gli avvenimento del 29 aprile:
Arezzo, 29 aprile 2011
Stamane alle h. 04:30, un corto circuito avvenuto all’interno degli armadi batterie a servizio dei sistemi UPS della Server Farm aretina di Aruba ha causato un principio di incendio: è immediatamente entrato in funzione il sistema di rilevamento incendi che in sequenza spegne il condizionamento e attiva il sistema di estinzione.
Poiché il fumo sprigionato dalla combustione della plastica delle batterie ha invaso completamente i locali della struttura, il sistema ha interpretato la persistenza di fumo come una prosecuzione dell’incendio e ha tolto automaticamente l’energia elettrica.
Confermiamo che nessun danno è stato arrecato ai server e agli storage che ospitano i contenuti dei nostri clienti e alle persone presenti in azienda. Non si è verificata alcuna perdita di dati.
L’azienda ha prontamente risposto all’evento in collaborazione con i vigili del fuoco di Arezzo, che ringraziamo vivamente, ma è stato possibile accedere ai locali solo dopo due ore dall’estinzione dell’incendio a causa del fumo presente.
Solo a questo punto il nostro personale tecnico ha potuto attivare la prevista procedura di emergenza che ha consentito il ripristino in breve tempo dell’alimentazione di due delle tre sale server del data center: precisamente, alle h.10:30 la prima sala server è tornata attiva, la seconda è stata rimessa in funzione attorno a mezzogiorno.
Alle h.15:30 è stata ripristinata l’alimentazione completa dell’intera server farm.
Oltre cento persone hanno lavorato per ridurre al minimo il disservizio.
Allo stato attuale risultano da completare i lavori di sostituzione di tutte le batterie (oltre 1200) e di tutti gli UPS con sistemi di altra marca. Queste attività proseguiranno ininterrottamente per tutto il weekend.
I tecnici della società Eaton, fornitrice dei gruppi UPS, delle relative batterie e del servizio di manutenzione, stanno svolgendo le indagini necessarie ad individuare l’esatta causa del guasto.
Inoltre, nonostante sia consuetudine installare le batterie all’interno del data center, per evitare il ripetersi di quanto accaduto, da oggi le batterie del data center di Arezzo e di tutti gli altri data center del Gruppo Aruba saranno installate in appositi locali, esterni e separati dalla struttura principale.
I nostri clienti sono stati costantemente aggiornati sull’evoluzione della situazione attraverso il nostro sito di assistenza, la nostra pagina su Facebook e su Twitter.
Aruba ringrazia i fornitori e i dipendenti per la loro collaborazione ed il lavoro svolto oggi; ringrazia poi in particolare i clienti per la comprensione dimostrata e le numerose testimonianze di fiducia e supporto ricevute.
Aruba si scusa per il disagio arrecato.