C’è chi ha parlato di un vero e proprio ritorno alle origini, a quel 1996 in cui veniva lanciata la primissima versione del motore di ricerca Ask.com . Un servizio allora innovativo, uno dei primi a sfruttare un database di risposte alle svariate domande inserite dagli stessi utenti .
Sono passati ora quasi quindici anni e molte versioni di Ask.com si sono presentate alla comunità degli utenti. Ultima in ordine cronologico, quella che appunto dovrebbe ritornare alle radici, ad un legame più stretto con i netizen. Che dovrebbero quindi partecipare attivamente al processo di restituzione dei risultati di ricerca .
Ad annunciare le sostanziali modifiche , il vicepresidente di Ask.com Tony Gentile, che ha sottolineato come il 60 per cento delle richieste legate al search sia attualmente coperto da un database di 500 milioni di accoppiamenti domanda-risposta. Ma questo non basterebbe affatto: al restante 40 per cento dovrebbero pensarci gli utenti .
In che senso? Stando sempre alle parole di Gentile, verranno identificati alcuni utenti registrati – in base a interessi, preferenze, posizione geografica – che Ask.com definirà esperti. E a questi stessi esperti toccherà il compito di rispondere alle specifiche domande inviate dagli utenti. Qualora questa risposta non arrivi entro un’ora, la palla della saggezza passerà all’intera community .
Mauro Vecchio