L’Unità di Informazione Finanziaria (UFI) della Banca d’Italia ha pubblicato un report che illustra il fenomeno degli asset virtuali, evidenziando un aumento di attività illecite, tra cui frodi, truffe e attacchi ransomware con riscatti in criptovalute. In aumento anche i casi di riciclaggio di denaro. Molte segnalazioni arrivano dagli intermediari bancari e finanziari, mentre i cosiddetti VASP (Virtual Asset Service Provider) sono poco collaborativi.
Oltre 5.000 operazioni sospette nel 2022
Dal grafico pubblicato sul report è chiaro l’incremento delle segnalazioni ricevute dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia. Nel 2019 erano solo 566, mentre nel 2020 erano 1.730. Il numero è decisamente aumentato negli utenti due anni: 3.453 nel 2021 e 5.271 fino al 30 novembre 2022. La maggioranza delle segnalazioni su operazioni sospette proviene dalle banche e dagli IMEL (Istituti di Moneta Elettronica).
Pochissime invece le segnalazioni dei VASP, ovvero gli operatori in valute virtuali, soprattutto stranieri. I VASP italiani devono essere iscritti nell’apposito registro, quindi offrono una maggiore collaborazione nell’individuare gli usi illeciti degli asset virtuali.
Tra le operazioni sospette ci sono ovviamente quelle associate a frodi informatiche e attacchi ransomware. Non mancano casi di evasione o elusione fiscale (da gennaio 2026 sarà obbligatorio comunicare le transazioni degli utenti europei). In aumento anche le truffe effettuate attraverso contatti telefonici diretti o presunti consulenti finanziari. Alcuni exchange operano senza autorizzazione e sono utilizzati per attività di riciclaggio o finanziamento del terrorismo.
L’UFI ha ricevuto dai VASP italiani anche segnalazioni di frodi fiscali relativi ai bonus edilizi. Le somme incassate per finti crediti fiscali sono state utilizzate per acquistare criptovalute e lingotti d’oro. È necessario però migliorare la qualità delle segnalazioni, in quanto non sempre sono tempestive e complete.