Colpa della crisi economica e di una ulteriore restrizione della spesa pubblica. Il 2011 è un anno ancora tormentato per il settore italiano dell’ICT, calato del 3,6 per cento rispetto alla fine del 2010 . Questo il duro verdetto nelle recenti anticipazioni milanesi dell’ultimo Rapporto Assinform sull’andamento del settore tricolore dell’ Information & Communication Technology .
Risultati poco incoraggianti, a partire da quelle imprese che ormai sostengono più del 90 per cento della domanda d’informatica. Gli investimenti sono dunque stati rivisti “in modo consistente”, con tagli inevitabili nell’ordine medio del 4,3 per cento . A livello europeo, peggio dell’Italia ha fatto solo la Spagna, con un mercato IT sceso del 5,3 per cento a fronte di una media europea cresciuta di mezzo punto percentuale.
E i turbamenti dell’ICT del Belpaese non sembrano finiti qui. Le previsioni elaborate con la società di consulenza NetConsulting indicherebbero per il 2012 un settore ancora in affanno, anche se leggermente in recupero con un trend intorno al -2,2 per cento . Stime che potrebbero però essere “rapidamente riviste al rialzo”, come sottolineato dal presidente di Assinform Paolo Angelucci.
“L’Italia è in forte ritardo sull’attuazione dell’Agenda Digitale – ha spiegato Angelucci – Ma ormai vi sono tutti i presupposti per farla decollare, dalla cabina di regia del Governo, alle numerose iniziative di enti locali, all’emergere di importanti attività di economia e infrastrutturazione digitali sul territorio. Per questo occorre avere subito sul tappeto un piano operativo/esecutivo che coordini e detti regole e tempi certi entro cui procedere allo switch off digitale del Paese”.
Uno spiraglio di luce verrebbe quest’anno da una novità analitica presentata dallo stesso Rapporto Assinform: la visione del Global Digital Market è basata su una “riclassificazione, più ampia e diversificata, del settore ICT italiano, capace di osservare e misurare le nuove componenti della domanda digitale”.
Proprio questa nuova classificazione del mercato come Global Digital Market porterebbe – sempre secondo le stime di Assinform – ad una valutazione del comparto ICT di quasi 70 miliardi di euro, ovvero 11 miliardi in più rispetto al perimetro tradizionale . Questa stessa valutazione attenuerebbe la tendenza negativa con un trend di -2,2 per cento negli anni 2010 e 2011.
In questa visione, il contributo fondamentale spetterebbe al segmento del software e soluzioni ICT, con una crescita annua del 1,2 per cento e un fatturato di oltre 5 miliardi di euro . Lievitano anche i settori legati alla distribuzione dei contenuti digitali e della pubblicità online, salita – con un volume d’affari di quasi 7 miliardi di euro – di 7 punti percentuali.
Nel dettaglio , lo spostamento della domanda è verso quelle tecnologie che valorizzano il web e contenuti. Crescono del 92 per cento le smart TV, mentre la distribuzione tricolore dei tablet aumenta del 125 per cento. Boom per gli e-reader, cresciuti del 719 per cento per un valore complessivo di 131 milioni di euro .
“I segmenti emergenti della domanda digitale hanno un valore di mercato ancora troppo basso affinché la loro crescita, se pur molto vivace, possa compensare il calo delle componenti strutturali dell’ICT – ha precisato Angelucci – Tuttavia, la nuova visione del mercato ha importanti implicazioni di politica industriale per le imprese del settore che devono adottare i loro modelli di business e innovare l’offerta, così come deve avere un peso significativo nella progettualità delle misure per la crescita e lo sviluppo”.
Mauro Vecchio