Una ricerca condotta da EngageMinds HUB dell’Università Cattolica in collaborazione con DataWizard fotografa il rapporto tra gli anziani e gli assistenti vocali. Il valore del progetto “Voice4Health” sta nel far emergere le profonde ripercussioni che un assistente vocale è in grado di portare in un mondo, come quello degli anziani, nel quale le nuove tecnologie potrebbero rappresentare un grande valore aggiunto, ma dove diventano invece molto spesso causa di isolamento.
Cosa fai se non trovi più la musica dei tuoi tempi? Come dialoghi se non sai abituarti alle app? Come sentirti vivo se i social non riescono a tratteggiare la tua sfera sociale e la tua bolla si trova sgonfia di persone e contenuti interessanti? Gli assistenti vocali hanno un merito: avvicinano i contenuti all’utente, abbattendo le barriere e contribuendo al benessere psicofisico della persona. Negli anziani tutto ciò può essere uno stimolo decisivo e l’indagine ne porta in evidenza i tratti più importanti
Voice4Health: anziani e assistenti vocali
L’esperimento ha restituito risultati eclatanti: tre utenti su quattro sentino di aver ricavato un vero e proprio beneficio dall’utilizzo di un assistente vocale (durante la sperimentazione si è utilizzato Alexa) ed in particolare “hanno riportato una significativa riduzione dello stress psicologico e un miglioramento dell’attitudine personale all’uso della tecnologia“.
Un avvicinamento amichevole ad una tecnologia vista come lontana, insomma, per ascoltare musica o effettuare videochiamate, soprattutto in un momento come questo nel quale tutti ricordano quali nefaste conseguenze abbia avuto l’isolamento durante i mesi più duri della pandemia.
Si tratta di risvolti di grande interesse: basti pensare a come la pandemia da Covid-19 abbia accelerato, quando non imposto, un cambio di paradigma nelle relazioni familiari attraverso l’uso di collegamenti da remoto, ma anche alla crescente digitalizzazione della pubblica amministrazione che implica, con lo Spid, la creazione di una propria identità digitale con la quale accedere a molti servizi; per esempio la consultazione del fascicolo sanitario o, sempre in questa fase pandemica, la prenotazione della vaccinazione
Guendalina Graffigna, Ordinario di Psicologia della salute e dei consumi presso l’Università Cattolica di Milano-Cremona e direttore dell’EngageMinds HUB
L’esperimento è stato condotto su ultra60enni attraverso quattro interviste intermezzate dall’utilizzo di un dispositivo personale dotato di Alexa. L’effetto risultante? “Dal punto di vista emotivo il 52% degli intervistati ha dichiarato di aver mantenuto un elevato stato di benessere anche nelle settimane successive alla sperimentazione. Ma di tutto rilievo è stato anche l’impatto sulle relazioni sociali perché dopo la sperimentazione, ben il 62% degli intervistati ha avuto la sensazione di sentirsi meno solo e il 98% ha espresso una maggior volontà di comunicare con altre persone mediante le nuove tecnologie” (Serena Barello, ricercatrice della Cattolica). Lo stimolo ha funzionato anche nel lungo periodo: le interazioni con l’assistente hanno stimolato anche il desiderio a comunicare con le persone, restituendo una maggior proattività nella socializzazione.
Frasi come “Una delle cose più belle tra le altre era la sensazione di non sentirsi soli” o “Ho vissuto momenti di relax e ho goduto di ricordi, rivivendo vecchie emozioni. Mi sono piaciute molto anche le videochiamate” valgono ben più dei 19,99 euro sufficienti per entrare in un mondo come quello di Alexa. Chi ha anziani in famiglia potrà intuirlo rapidamente.
Secondo Riccardo Emmolo, Digital Strategist di Datawizard, i risultati della sperimentazione sono la conferma di qualcosa che si prefigura all’orizzonte: “nei prossimi 2-3 anni le tecnologie digitali avranno un impatto decisivo sulla cosiddetta Silver Economy“. Molto potrà fare anche la PA in tal senso ed il ricambio generazionale potrà regalare benefici ulteriori in virtù di distanze sempre minori e tecnologie sempre più accessibili. L’innovazione, insomma, farà meno paura se l’approccio antropocentrico proprio degli assistenti resterà il baricentro dell’interazione tra uomo e macchina.