Asstel: il 2015 della filiera TLC

Asstel: il 2015 della filiera TLC

Il settore delle telecomunicazioni comincia a riprendersi dopo un periodo di crolli continui, dice l'associazione di categoria, la penetrazione della banda ultralarga cresce anche se gli utenti adottano le novità con molta calma
Il settore delle telecomunicazioni comincia a riprendersi dopo un periodo di crolli continui, dice l'associazione di categoria, la penetrazione della banda ultralarga cresce anche se gli utenti adottano le novità con molta calma

Asstel, l’associazione delle società di telecomunicazioni aderente a Confindustria, ha pubblicato il settimo rapporto sulla filiera delle Tlc in Italia inerente il 2015. E si tratta di un documento che dovrebbe provare un punto di svolta, dice l’organizzazione, con il settore che comincia a riprendersi lasciandosi alle spalle anni di crolli continui.

Nel 2015 i ricavi per gli operatori Tlc è ammontato a 42,7 miliardi di euro, svela Asstel , risultati che tornano in positivo segnando un incremento dell’1 per cento rispetto all’anno precedente e sono ben distanti dagli 11 miliardi di euro persi complessivamente tra il 2008 e il 2014.

Le Tlc in Italia tornano insomma a crescere, anche se di poco , e nel 2015 le aziende hanno investito 6,6 miliardi di euro sia nella rete fissa che in quella mobile: si tratta del 21 per cento dei ricavi e rappresenta un incremento del 9 per cento (più 600 milioni di euro) rispetto all’anno precedente.

Tiene anche l’occupazione con un +0,5 per cento, mentre per quanto riguarda la penetrazione della banda ultralarga si parla di una copertura del 44 per cento delle abitazioni sulla rete fissa (30 Mbps e più) e del 95 per cento della popolazione su mobile (4G/LTE).

Il problema principale delle Tlc in Italia continua a essere il “coinvolgimento” degli utenti e dei clienti potenziali, spiega Asstel, visto che le connessioni ultra-broadband fisse utilizzate in concreto ammontano ad appena il 3 per cento e le schede SIM per le reti 4G sono l’11 per cento. Risultati sensibilmente inferiori alla media europea che fa segnare un 22 per cento su fisso e il 23 per cento su mobile.

Dati positivi arrivano dall’ aumento del volume di traffico dati , che su fisso è cresciuto del 27 per cento e vale 10 volte quello su mobile dove comunque si parla di un un balzo del +500 per cento dal 2010 a oggi e di 750 Petabyte di dati. Scendono anche le tariffe , con un -13 per cento dei costi all’utente finale per le connessioni fisse e -37 per cento per quelle mobile.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
11 ott 2016
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