L’asteroide 433 Eros sta passando “vicino” alla Terra: si tratta ancora di un minimo di 26,7 milioni di chilometri di distanza, 50 volte la distanza media dalla Luna, ma comunque la sua orbita più vicina dopo quella che ha seguito nel 1975.
433 Eros è d’altronde uno degli asteroidi più “vicini” alla Terra: è stato scoperto nel 1898 dagli astronomi Carl Gustav Witt e Auguste Charlois ed è anche il primo asteroide ad essere avvicinato (ed analizzato) da una sonda terrestre, la Shoemaker della NASA nel 2000.
Da ieri è visibile anche con un telescopi amatoriali: dall’Italia occorre guardare in direzione della costellazione dell’Idra. Cielo limpido permettendo, maggiori possibilità vi sono il prossimo 3 febbraio quando per l’ottimale configurazione Terra-Sole-Asteroide raggiungerà la sua massima luminosità.
Per vederlo ancora più da vicino, d’altronde, vi sono già le foto scattate dalla NASA nel 2000.
Ogni qual volta un oggetto si avvicina all’orbita terrestre, d’altronde, si ripropongono i discorsi sulla probabilità che cada andando a distruggere case, città o addirittura la vita così come la conosciamo. Così, secondo alcune indiscrezioni , il ricercatore Alan Harris con un consorzio di scienziati europei starebbe lavorando ad una serie di strategie per deflettere/abbattere/difendersi dalla (remota) possibilità che l’asteroide decida di fare una visita alla Terra, e pare che la Commissione europea abbia investito 4 milioni di euro nel progetto per difendersi da tutti quegli oggetti che transitano l’orbita terrestre ( Near-Earth Object ): NEOShield.
Claudio Tamburrino