I problemi in casa AstraZeneca non sono relativi soltanto agli errori emersi nella fase sperimentale del vaccino anti-Covid che si spera possa arrivare sul mercato europeo entro i prossimi mesi: durante la fase sperimentale, infatti, vi sarebbero state alte pressioni anche dal punto di vista della sicurezza informatica, con comprovati tentativi di accedere alle ricerche da parte di cracker che si ricollegano oggi ad ambienti nord-coreani.
Attacco a AstraZeneca
Che il problema fosse concreto era cosa nota ormai da tempo, con le prime accuse verso l’oriente provenienti dagli Stati Uniti (ma per questo motivo depotenziate, essendo l’acrimonia con l’oriente al centro della tesa campagna elettorale USA). Anche in Europa l’allarme era salito ed ora emerge il tentativo da parte di cracker coreani di accedere ai sistemi di AstraZeneca per tentare presumibilmente di entrare in possesso di informazioni fondamentali per l’elaborazione del vaccino a cui il gruppo stava dichiaratamente lavorando.
Il valore di informazioni simili sarebbe altissimo, sia dal punto di vista economico che geopolitico. Inevitabile un coinvolgimento di cracker di Stato, dunque, sullo scacchiere di una guerra fredda digitale che si trascina ormai da anni con tensioni crescenti. L’avvento della pandemia non poteva che indirizzare gli sforzi in questa direzione, ma al momento i rischi sembrano essere stati arginati.
Il tentativo sarebbe passato attraverso membri dello staff raggiunti tramite LinkedIn e WhatsApp, inviando documenti maligni sotto forma di curriculum per tentare di installare software sui rispettivi pc. L’alta attenzione in atto ha consentito di fermare sul nascere questo tipo di approcci (troppo alta la posta in palio), mentre da Pyongyang non sarebbero giunte al momento prese di posizione che vadano oltre la mera smentita ufficiale di un coinvolgimento.