Proprio quando la Stazione Spaziale Internazionale si trova a dover fare i conti con un’ondata anomala di detriti derivanti dalla distruzione di un satellite e mentre fervono i preparativi per portare qualche turista sulla ISS, la NASA annuncia che presto manderà a bordo alcuni robot progettati per dare una mano ai membri dell’equipaggio. Si chiamano Astrobee e sono stati realizzati dagli ingegneri dell’Ames Research Center nella Silicon Valley.
Astrobee, un robot per la ISS
Costruiti sulla base dell’esperienza e dei feedback acquisiti con i predecessori Spheres, integrano una moltitudine di sensori per muoversi in modo completamente autonomo in un ambiente con microgravità. Ci sono poi speaker, microfoni, videocamere, segnali luminosi, bumper per proteggere la struttura (sia la propria che quella della Stazione) in caso di urti, torce e puntatori laser, senza dimenticare un braccio per afferrare e trasportare oggetti. Non manca nemmeno una batteria per l’alimentazione (esclusivamente elettrica) delle ventole posizionate in modo da consentire al robot di muoversi e ruotare in qualsiasi direzione.
All’occorrenza Astrobee può essere comandato da un operatore, semplicemente disattivando quello che possiamo definire il suo sistema self-driving. L’obiettivo è quello di aiutare gli astronauti svolgendo operazioni di routine, principalmente quelle necessarie per la manutenzione ordinaria della ISS, lasciando in questo modo all’equipaggio più tempo per le attività di ricerca scientifica e per condurre gli esperimenti a bordo.
Our @Space_Station crew is gaining 3 robotic helpers — Astrobees! 🐝 These cube-shaped robots will stay busy, flying around the orbital lab assisting basic tasks & allowing our astronauts more time for science. But how will they do it? See for yourself: https://t.co/ghyiMwrWZ8 pic.twitter.com/qwwk5wljeH
— NASA (@NASA) April 3, 2019
L’arrivo sulla Stazione Spaziale Internazionale è previsto entro il mese in corso, con un lancio in programma dalla base Wallops Flight Facility. I robot saranno compagni di lavoro, tra gli altri, dell’italiano Luca Parmitano, che tornerà in orbita il 6 luglio con la Spedizione 60, trasportato dalla navetta Sojuz.
Una curiosità: il nome scelto dalla NASA, Astrobee, è dovuto non all’aspetto del dispositivo, ma al fatto di essere progettato per “lavorare duramente come un’ape” o “busy as a bee”.