Non c’è spazio per gli errori nel mondo di Internet, nella comunicazione e negli affari: lo sa bene AT&T, che con la falla lasciata aperta nel suo sito ha compromesso informazioni personali (email e ID dei tablet posseduti) dei suoi utenti iPad. Per fortuna, sembrerebbe , il carrier statunitense errori non ne avrebbe commessi, mentre sarebbe tutta colpa di cracker malintenzionati .
L’attesa risposta/spiegazione della telco protagonista della vicenda è arrivata nella casella email dei 114mila utenti vittime della fuga di dati : firmata dal responsabile privacy AT&T Dorothy Attwood, la missiva contiene , accanto alle scuse di rito, una diretta accusa al gruppo Goatse Security , “autodefiniti hacker”, reo di aver “con grande sforzo” scritto codice per generare automaticamente i numeri necessari a chiedere al servizio, “previsto per rendere il login degli utenti iPad più veloce e comodo”, l’autenticazione e quindi i criteri identificativi di un dato dispositivo.
Goatse Security , da parte sua, dichiara la sua convinzione – già espressa nei giorni scorsi, allorquando l’FBI ha manifestato l’intenzione di avviare un’indagine – di non aver violato la legge, ma anzi di aver agito perseguendo l’interesse pubblico. Inoltre, sottolineano , non vi sarebbe stato nessun tipo di hack , in quanto i dati sarebbero stati accessibili senza alcuna intrusione o attacco, ma semplicemente con una richiesta sistematizzata.
Accanto alle indagine dell’FBI, d’altronde, anche la Federal Communication Commission ha aperto un’indagine, ma di ampio respiro sulla sicurezza e la privacy online , con lo scopo di assicurarsi che i livelli di sicurezza in rete siano garantiti. Indipendentemente dalle accuse e dal considerare o meno l’azione del gruppo come l’attacco di un cracker, dunque, le istituzioni si chiedono se vi sia un problema generale di sicurezza.
Claudio Tamburrino